“Alla luce dei recenti casi delle ultime due settimane, uno dei quali ha portato al respingimento illegale dei naufraghi in un porto della Libia, paese da cui stavano fuggendo, con questa comunicazione noi vi chiediamo formalmente quali misure intendiate adottare per salvaguardare la vita di queste circa 90 persone in mare, salvandole e recuperandole, e garantendo lo sbarco in un porto europeo sicuro, appropriato “Place of Safety” in conformità con il diritto internazionale”.
“Vi avvertiamo – conclude la lettera – che prendere provvedimenti, come ad esempio ordinare il loro trasferimento ad un paese in guerra, può costituire gravi violazioni del diritto marittimo e internazionale, in particolare l’articolo 33 della Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato e gli articoli 2 e 3 della Convenzione europea sulla tutela dei Diritti Umani, e che il risultato ripetuto di queste violazioni costituisce un crimine contro l’umanità”.