Massimo Costantini, medico e direttore scientifico dell’Istituto Tumori di Reggio Emilia, nonché professore alla King’s College University di Londra, nel luglio 2001, come tanti che hanno scelto di mettere al servizio la propria competenza e professionalità per difendere i diritti negati, durante il grande movimento di contestazione al vertice del G8 era membro dello staff medico del Genoa Social Forum. Per questo suo impegno, e come tantissimi allora, è stato vittima delle violenze e dei soprusi da parte della polizia, in quella che Amnesty International definì la sospensione della democrazia. Ha fatto causa civile contro il Ministero dell’Interno e ha vinto. Massimo ha deciso di devolvere la somma di denaro ricevuta dallo Stato a Mediterranea Saving Humans. Per questo lo ringraziamo e lo abbracciamo, orgogliosi ed onorati che persone come lui facciano parte del nostro grande equipaggio di terra e di mare.
Costantini, 62 anni, oggi è il direttore scientifico dell’Istituto Tumori di Reggio Emilia, una delle eccellenze della sanità italiane, nonché visiting professor al Palliative Care alla King’s College University a Londra.
Nel luglio 2001 era un membro dello staff medico del Genoa Social Forum. La notte della “macelleria messicana” quando la polizia irruppe nel dormitorio allestito nelle scuole Diaz massacrando senza pietà decine di persone innocenti, Costantini si trovava nell’edificio situato dall’altro lato della strada, le scuole elementari Pascoli dove era allestito il Media center e si trovavano gli uffici di supporto a iniziare dal Legal team.
Costantini era nella Pascoli e per tutta la notte fu in balia della polizia, privato dei suoi diritti, impedito anche di ricevere il suo avvocato. Come tanti altri reduci di quella notte ha fatto causa civile al Ministero dell’Interno per ottenere un risarcimento per danni esistenziali, biologici e morali, derivanti dallo choc subito e dai diritti violati, assistito dagli avvocati Paolo Languasco e Roberto Faure. Prima che un giudice condannasse per l’ennesima volta lo Stato italiano, il Ministero ha deciso di transare e ha pagato il dottor Costantini. L’ammontare della cifra non può essere rivelato a causa delle clausole di riservatezza, ma una cosa invece è sicura e si può dire: quei soldi sono finiti al progetto Mediterranea Saving Humans, ovvero la nave Mar Jono finanziata da donazioni, che ha lo scopo di monitorare quel braccio del Mare nostrum diventato l’olocausto dell’Europa di oggi e, in caso di pericolo, intervenire in soccorso dei migranti.
“Avevo deciso fin dall’inizio che, se avessi ottenuto un risarcimento i soldi non li avrei tenuti – racconta Costantini -. Avevo pensato a un ospedale curdo o all’ambulatorio Città aperta nel centro storico, poi mi sono accorto che Mediterranea rappresenta lo spirito del movimento No global, che venne reciso violentemente a Genova nel 2001. E’ lo spirito che guarda ai bisogni delle persone e non ai confini. Non è settario perché dentro c’è di tutto, anche i preti. Ho pensato fosse il modo migliore per ridare voce al movimento, riannodare un filo spezzato dalle manganellate”.