Mediterranea fermata dal Decreto Legge Piantedosi
in Libia il governo sostiene chi tortura e spara in mare, mentre in Italia sanziona chi soccorre persone in pericolo di vita.
di Ufficio stampa
in Libia il governo sostiene chi tortura e spara in mare, mentre in Italia sanziona chi soccorre persone in pericolo di vita.
di Ufficio stampa
Esposto alla Procura della Repubblica di Trapani getta nuova luce sulle minacce alla nostra nave, le violenze contro i migranti e gli inquietanti rapporti col Governo italiano
Avranno cure adeguate, nonostante l'ordine del Viminale di dirigersi a Genova.
di Ufficio Stampa
Mediterranea ha soccorso dieci persone gettate in mare, in acque internazionali a 30 miglia dalle coste della Libia, da un gommone di tipo militare, che si è subito allontanato a grande velocità. Hanno rischiato di affogare: in pericolo di vita, sono state recuperate in mare dal nostro Rescue Team.
Nelle foto scattate dall’equipaggio di MEDITERRANEA si possono riconoscere i colori blu e rosso caratteristici della General Administration for Coastal Security (GACS) già nota per innumerevoli violente operazioni di intercettazione e cattura in mare di persone in fuga dalla Libia.
Questa mattina, al largo di Trapani, fuori dalle acque territoriali italiane, si è svolto un incontro simbolico e profondamente significativo tra le due navi di Mediterranea Saving Humans: la Mare Jonio e la nostra nuova nave “Mediterranea”.
ll comunicato che abbiamo firmato assieme ad altre organizzazioni civili sulla cattura del torturatore libico, socio di Almasri. Gli Stati devono garantire la consegna immediata dei sospettati e la piena cooperazione con l’indagine della CPI sulla Libia.
di Comunicato congiunto
Awda Hathaleen, attivista palestinese del villaggio di Umm al-Kheir, è stato ucciso dal colono israeliano Yinon Levy.
Riportiamo le dichiarazione di Refugees in Libya sulla morte di Quftu Abu Wahelow, una rifugiata etiope di 19 anni, deceduta a Tripoli mentre era al nono mese di gravidanza, dopo aver subito una prolungata prigionia e sul fallimento della protezione umanitaria in Libia.
Sull’arresto avvenuto mercoledì scors in Germania del criminale libico Khaled Al Hisri detto “Al Buti”, ricercato dalla Corte Penale Internazionale, pubblichiamo qui sotto l’ampio articolo di Nello Scavo dal quotidiano “Avvenire” del 18 luglio. E di seguito un nostro commento.
di Nello Scavo (Avvenire)
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