Cosa è successo? - La cronistoria
16 Agosto → Partenza della missione
La nave Mediterranea prende il largo per la sua prima missione di soccorso, dopo un incontro simbolico con la Mare Jonio al largo di Trapani.
18 Agosto → Intimidazione
In acque internazionali, a 30 miglia dalla Libia, la nave viene circondata da otto gommoni militari con uomini armati e incappucciati. Un chiaro atto di pirateria e intimidazione contro un equipaggio civile.
21 Agosto → Soccorso
Dieci persone vengono gettate in acqua da una motovedetta militare libica. Solo il pronto intervento del nostro equipaggio è riuscito a portare in salvo tutti i naufraghi.
24 Agosto → Sbarco a Trapani
Contravvenendo all’ordine del Viminale di dirigersi a Genova, la nave attracca a Trapani per permettere lo sbarco urgente delle persone soccorse, tra cui tre minori non accompagnati, .
25 Agosto → Prime sanzioni
Vengono notificati all’armatore e al comandante verbali di multa fino a 10.000 euro e fermo amministrativo della nave, in base al Decreto Piantedosi.
2 Settembre - Provvedimento definitivo
Il Prefetto di Trapani infligge la sanzione massima: 10.000 euro di multa e 60 giorni di fermo amministrativo. Una misura sproporzionata e punitiva contro chi ha scelto di fare la cosa più giusta nell’interesse delle persone soccorse.
Perché firmare?
- Soccorrere in mare non è reato, è un obbligo sancito dal diritto internazionale.
- Punire chi salva significa abbandonare un presidio di umanità nel Mediterraneo centrale e lasciar morire chi fugge da guerre, torture e persecuzioni.
- Mediterranea non ha violato alcuna legge: ha scelto di difendere la dignità e la vita umana.
Bloccare una nave di soccorso è un atto politico che colpisce tutti noi, perché mette in discussione valori fondamentali di umanità, giustizia e solidarietà.
Cosa chiediamo?
- L’annullamento immediato della multa e del fermo amministrativo della nave Mediterranea.
- Il pieno rispetto delle Convenzioni internazionali sul soccorso in mare.
- La fine della criminalizzazione delle navi civili che operano per difendere la vita e i diritti umani nel Mediterraneo.