«Chi salva una vita
salva il mondo intero»
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Condividiamo qui il video diffuso da Refugees in Libya un bambino è stato trovato, solo, mentre camminava scalzo nel deserto del Sahara da qualche parte tra Libia e Ciad.
Non era protetto tra le mura di casa, né tra le braccia di un genitore. Ma da solo, in mezzo al deserto. Il bambino in questo video non ha commesso alcun crimine. La sua unica colpa è di essere nato con la pelle nera nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. In un mondo che ancora giudica le persone in base al passaporto, al colore della pelle, e al profitto. Il suo unico crimine è essere povero in un sistema progettato per cancellare i poveri. Non conosciamo il suo nome ma sappiamo che cosa lo ha portato lì.
I suoi genitori potrebbero essere crollati esausti dietro di lui, disidratati, oppure cacciati o scomparsi durante gli ultimi rastrellamenti di massa ed espulsioni di neri africani da parte delle milizie in Libia. Forse sono stati arrestati o uccisi e gettati nelle fosse comuni di Gharyan e Sikka. O forse sono stati lasciati morire, come tanti altri, nella terra di nessuno che l’Europa paga per mantenere invisibile. Questo bambino, che forse non ha più di cinque anni, con la sua storia rappresenta il crollo di ogni pilastro morale che la Libia e l’Europa sostengono di rispettare.
Non si tratta di un incidente. È discriminazione razziale, istituzionalizzata e finanziata dalla stessa Europa che vorrebbe dare al mondo lezioni sui diritti umani.