«Chi salva una vita
salva il mondo intero»
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Sono passati 3 anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, 3 anni di guerra incessante, senza nemmeno un giorno di tregua, 3 anni di presenza solidale di Mediterranea Saving Humans in quei territori.
Le stime più credibili parlano di un milione di persone morte o ferite lungo tutto il fronte. Oltre 40mila i civili ammazzati. La realtà che vediamo è quella delle persone che vivono nei campi profughi a Leopoli, in rifugi informali, oppure emigrate all’estero per scappare non solo dalla guerra ma anche dalla povertà.
L’Ucraina è un paese vittima delle mire espansionistiche di Putin, martoriato quotidianamente dalla macchina da guerra russa, ma anche stretto nella morsa dell’inflazione, della povertà e dei debiti. Gli aiuti militari ed economici ricevuti hanno indebitato il paese per i prossimi 100 anni con gli USA e con i paesi europei, tra cui l’Italia. Un debito infinito che sarà pagato sulla pelle degli ucraini. Il piano di ricostruzione del paese, altro non è che lo sventramento delle risorse strategiche, delle infrastrutture e dell’economia, preda dei capitali privati europei e statunitensi. Trump ha lanciato il ricatto delle terre rare in cambio degli aiuti, rendendo semplicemente più visibile ciò che va avanti da 3 anni.
La popolazione civile che incontriamo nelle nostre missioni è sempre più povera, psicologicamente provata e depressa. Aumenta a macchia d’olio il rifiuto dei giovani ad arruolarsi. Ragazzi a cui è impedito di lavorare se non si arruolano, che si nascondono, aiutati dalle famiglie, stanche di lutti. Un fenomeno che le autorità militari sostanzialmente tollerano, per non forzare ulteriormente la mano.
La guerra è un abominio. La guerra è morte e distruzione, certo, ma è anche povertà, fame, miseria, brutalizzazione delle relazioni umane, razzismo, segregazione, odio.
In questi 3 anni abbiamo visto tutte queste cose. Abbiamo visto tutto, tranne l’unica cosa di cui ci sarebbe bisogno: la pace.
Nessuno degli attori internazionali ha mai lavorato per la pace. Le colonne di armi che continuiamo a vedere ogni volta che passiamo il confine ucraino, vanno di pari passo con la diminuzione degli aiuti umanitari. Ma più di tutto lo sforzo diplomatico internazionale è stato pressoché inesistente. La popolazione ucraina è vittima dell'invasione e delle bombe russe, e certamente non trova nell'egoismo e nel cinismo dell'occidente quel sostegno di cui avrebbe bisogno.
La pace è la sola necessità, la pace è la sola prospettiva di futuro. Non i ricatti, non la svendita del paese, non le bombe. Solo la pace.