«Chi salva una vita
salva il mondo intero»
Soccorriamo l’umanità insieme, sostieni le nostre missioni nel Mediterraneo.
(traduzione italiana del Comunicato Stampa di www.iuventa10.org)
Mentre l’Unione Europea trasformava il Mediterraneo nella frontiera più mortale del mondo, la nave da soccorso Iuventa, gestita in mare da uno sforzo congiunto di più di 200 volontari, e sostenuta a terra da migliaia di persone, ha iniziato le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale nel luglio 2016. Le loro operazioni di salvataggio sono state forzatamente interrotte quando, il 2 agosto 2017, la nave è stata sequestrata dalla Procura e dieci persone sono state messe sotto inchiesta.
Più di tre anni dopo il sequestro della nave da soccorso Iuventa da parte delle autorità italiane, il procuratore di Trapani ha dichiarato chiusa l’inchiesta contro l’equipaggio della Iuventa. I membri dell’equipaggio, accusati di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”, rischiano fino a 20 anni di prigione. Ma la lotta legale è tutt’altro che finita.
Questo giorno segna l’inizio del processo contro l’equipaggio della Iuventa, nonostante le iniziali tesi accusatorie siano già state pubblicamente dimostrate infondate. Il cosiddetto “testimone oculare” principale che ha raccolto le prove contro l’equipaggio della Iuventa ha ritrattato pubblicamente la sua testimonianza. Ha poi dichiarato alla stampa che gli era stato promesso un lavoro all’interno del partito di destra italiano Lega Nord in cambio della sua testimonianza. Inoltre, attraverso una dettagliata ricostruzione degli eventi, l’autorevole team di ricercatori “Forensic Architecture” ha confutato le tesi dell’accusa in una dettagliata ricostruzione pubblica delle operazioni della Iuventa.
Francesca Cancellaro, avvocato difensore del gruppo, dichiara: “Salvare vite umane non è mai un crimine. Dimostreremo che tutte le operazioni compiute dall’equipaggio della Iuventa erano assolutamente legali. Mentre l’Unione Europea si allontanava dal Mediterraneo trasformandolo in una fossa comune per gli indesiderabili d’Europa, l’equipaggio della Iuventa si è diretto in mare come attività di volontariato, per proteggere i diritti fondamentali alla vita e alla richiesta di asilo, come previsto dal diritto internazionale e prima ancora dalla solidarietà umana”.
Mentre l’Unione Europea si allontanava dal Mediterraneo, pagando le milizie per riportare le persone nei luoghi di abuso e trasformando il Mediterraneo in una fossa comune per gli indesiderabili d’Europa, l’equipaggio della Iuventa si è diretto in mare come volontari, mossi da un impulso di solidarietà.
Dariush, capitano a bordo della Iuventa, spiega: “Finché i governi violano le loro stesse leggi, le convenzioni internazionali e il diritto marittimo, tutte le accuse sono per me come una presa in giro. Farebbero anche ridere se questo scherzo non significasse morte, angoscia e miseria per le persone in movimento”.
Sascha Girke, l’ex capo della missione a bordo della Iuventa dice: “Anche se noi siamo accusati, siamo noi che accusiamo le autorità europee di rifiutare di aprire canali sicuri e di lasciar annegare le persone”.