A cura di Consiglio direttivo di Mediterranea | 27 / dic / 2024

Raccontare la Ferrovia Sotterranea

Mediterranea nasce su un confine lungo e difficile da disegnare come quello del Mare. Sarebbe meglio dire su una rotta. Spesso osserviamo il fatto che i confini si allungano, si mimetizzano, si moltiplicano. Lo facciamo quando parliamo di esternalizzazione dei confini, piuttosto che di nuovi meccanismi giuridici che li dislocano lontano nel deserto o nel cuore delle nostre città (CPR).

In realtà sarebbe più preciso osservare questo fatto dal punto di vista opposto, la storia della ricerca della libertà da parte degli esseri umani è fatta di rotte, sono i confini ad incidere la realtà imponendo la violenza di un tratto di penna, di un muro, di uno spazio militarizzato.
I moriscos (musulmani) e i marrani (ebrei) scacciati dalla Spagna dell’Inquisizione nel sedicesimo secolo cercavano di raggiungere Venezia o Istanbul, per salvarsi la vita al rischio della vita, attraverso rotte rese possibili dalla complicità di una vera e propria rete cospirativa che attraversava il Mediterraneo e l’Europa. Le persone afrodiscendenti schiavizzate nel Sud degli Stati Uniti raggiungevano il Nord del continente grazie a quella che viene chiamata Ferrovia Sotterranea, una rete di passaggi clandestini resa possibile dal coraggio di persone come Harriet Tubman che mettevano a rischio la stessa libertà conquistata con la fuga per far fuggire altrə. A queste vicende si aggiungono e si intersecano poi le storie dellə rivoluzionariə, dellə esuli che, come in Addio Lugano Bella, prendono la via del Nord o del Sud per continuare la lotta che non è più possibile proseguire là dove era iniziata.

Queste storie, senza tempo eppure profondamente radicate nel proprio tempo, sono quelle che incontriamo lungo la rotta della Ferrovia Sotterranea e che affrontiamo secondo il principio del poeta “versò il vino e spezzò il pane, a chi diceva ho sete e ho fame”.

Oggi, ben prima e al di là di Mediterranea, questi viaggi sono possibili non solo grazie alla forza e al coraggio di chi, mosso insieme dalla speranza e dalla disperazione, per salvare la vita a rischio della vita, si rifiuta di accettare il confine come un destino. Sono possibili anche grazie alla “cospirazione del bene”, proprio come accade nel Mediterraneo: reti solidali ufficiali e ufficiose che si oppongono all’ingiustizia del confine.

Da più di un anno Mediterranea è stata attivamente impegnata a supportare queste reti in alcune città simbolo, come Trieste, Oulx, Ventimiglia, in alcuni luoghi di transito mimetizzati, imbuti lungo la rotta, come la Stazione Centrale di Milano e anche sviluppando un rapporto con le associazioni che stanno “dall’altra parte del confine”, ovvero in Svizzera, in Francia, in Germania, nei paesi di questa Europa che in un tempo non molto lontano prometteva, anche nella sua retorica, di abolirli.

In questo modo, abbiamo incontrato famiglie in fuga da Gaza, giovani donne che avevano preso parte alla rivolta “Donna, Vita, Libertà” in Iran, persone partite dalla remota Asia Centrale dove i Talebani hanno nuovamente imposto la loro legge anche nelle città e Sudanesə in fuga dalla infinita e rinnovata guerra civile che distrugge il loro paese. Una volta, per ricordarci che il mondo è più complicato della più fervida immaginazione, abbiamo incontrato anche dei Nepalesi insoddisfatti dell’attuale governo che ha rovesciato una terribile monarchia (contraddizioni in seno al popolo).

Difatti questo è un modo per restare in contatto con il mondo, oltre le bolle dei social network, dentro una dinamica viva, vera, complessa, irriducibile alla violenza dei confini, ma anche alla nostra narrazione.
Eppure questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a raccontare e questo è infatti l’obiettivo che ci siamo dati con l’appuntamento che terremo a Milano a partire dagli EdT che si sono attivati sulla Ferrovia e con gli EdT esteri. Per chi ricorda il film “Io sto con la sposa” ci piacerebbe mettere in campo una altrettanto sapiente combinazione di narrazione e realtà per dare l’idea del calore dei pasti caldi condivisi con persone in viaggio lungo le rotte delle ferrovie sotterranee.

Torna alle notizie

Altri "Comunicati"

«Chi salva una vita
salva il mondo intero»

Soccorriamo l’umanità insieme, sostieni le nostre missioni nel Mediterraneo.

«Fai qualcosa di concreto
per la Pace»

Le nostre missioni in Ucraina hanno bisogno di te per aiutare la popolazione civile.

Seguici
lungo il viaggio!

Lasciaci i tuoi contatti per ricevere NAVTEXT, il nostro servizio aperto a tuttə di aggiornamento periodico sulle attività di mare e di terra.

Disclaimer

  • Dichiaro di aver preso visione dell’informativa sulla privacy e acconsento al trattamento dei dati.