A cura di Comunicato congiunto | 29 / mag / 2024

Caso Pylos 9: Ancora in carcere

Il processo e gli ultimi sviluppi

Martedì 21 maggio 2024, i tre membry della Corte d'Appello di Kalamata hanno esaminato il caso contro i “Pylos 9”. Dopo una breve udienza, e in accordo con la proposta del pubblico ministero, la corte ha ritenuto che lo Stato greco non avesse giurisdizione per perseguire i “Pylos 9” per “partecipazione a un'organizzazione criminale” e per “aver causato il naufragio che ha causato la perdita di vite umane”, poiché gli eventi che hanno portato al naufragio dell'Adriana sono avvenuti in acque internazionali. Il tribunale ha inoltre fatto cadere le accuse di “traffico di esseri umani” e “ingresso illegale nel territorio nazionale”, dopo aver riconosciuto che lə passeggerə dell'Adriana non sono mai entrati nel territorio greco, né hanno mai avuto l'intenzione di farlo.

Questa decisione conferma ciò che il legal team e il movimento di solidarietà hanno denunciato fin dall'inizio: non solo i 9 sopravvissuti sono innocenti rispetto a ciò di cui erano accusati, ma la loro detenzione preventiva era ingiustificata e contraria al diritto internazionale e nazionale.

Invece di ricevere il sostegno di cui avevano bisogno dopo i tragici eventi del 14 giugno, i 9 sopravvissuti che avevano appena visto annegare più di 600 persone, tra cui membri delle loro famiglie e amiciə, sono stati rinchiusi nelle carceri greche da un sistema giudiziario razzista. I 9 sopravvissuti sono stati finalmente scagionati grazie al grande sostegno e lavoro di un instancabile legal team e di un movimento di solidarietà. Nonostante le autorità greche e i media abbiano ripetutamente cercato di dipingerli come feroci contrabbandieri nel tentativo di nascondere le responsabilità delle autorità.

Data l'assenza di indagini efficaci sulle circostanze del naufragio di Pylos, le prove rilevanti sono venute alla luce solo grazie al lavoro di alcunə giornalistə grecə indipendenti, dei media internazionali e dei collettivi investigativi. Questi sforzi sono stati ancora più determinanti se si considera che il giudice istruttore assegnato al caso dei 9 di Pylos ha ripetutamente negato la richiesta del legal team di un esame approfondito di tutte le prove disponibili e cruciali.

Nonostante il verdetto di assoluzione del 21 maggio e contrariamente alla decisione del tribunale, i Pylos 9 - che avevano richiesto asilo in Grecia - rimangono fino ad oggi dietro le sbarre perché la polizia greca ha ordinato per vendetta la loro detenzione amministrativa.

Uno dei 9 sopravvissuti, un ventenne la cui richiesta di asilo è già stata respinta due volte mentre era in carcere, è stato trasferito nel famigerato Centro di pre-allontanamento di Petrou Ralli - vicino ad Atene - dove è detenuto sotto la minaccia di essere deportato in Egitto. Gli altri 8, in attesa di colloquio per l'asilo, sono stati trasferiti alla stazione di polizia di Nauplia, dove sono attualmente detenuti fino al loro trasferimento in un Centro di pre-allontanamento, con l'infondato motivo che potrebbero fuggire dal Paese.

I Pylos 9 hanno urgente bisogno di un sostegno psicosociale che è stato loro negato dal naufragio a cui sono sopravvissuti nel giugno 2023. La decisione arbitraria e punitiva della polizia greca di tenerli in carcere dopo l'assoluzione è inaccettabile e rappresenta una mossa voluta per esporli a ulteriori trattamenti inumani e degradanti. Da una prigione all'altra, i 9 sopravvissuti sono stati reclusi nel sistema carcerario greco e la loro libertà è stata violentemente negata.

Chiediamo il loro rilascio immediato. È necessaria anche la vostra mobilitazione e il vostro sostegno per denunciare questa situazione. Continueremo a lottare fino a quando i Pylos 9 non saranno rilasciati e fino a quando la Guardia Costiera e le autorità greche ed europee non saranno ritenute responsabili delle loro azioni, che hanno portato alla morte di centinaia di persone. Continueremo a lottare per porre fine alla violenza sistematica alle frontiere.

Chiediamo:

- L'immediato rilascio dei Pylos 9 e un adeguato trattamento e sostegno in quanto sopravvissuti al naufragio.

- Un'indagine approfondita e indipendente sulle reali cause del “naufragio di Pylos” e sulle azioni della Guardia Costiera greca.

- La fine immediata della criminalizzazione della migrazione e delle persone in movimento.

- La fine immediata della violenza sistematica e mortale alle frontiere.

Per maggiori informazioni, visitate il nostro sito web e seguiteci sui social.

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