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L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, giovedì ha espresso gravi preoccupazioni per la proposta di legge italiana che potrebbe ostacolare la fornitura di soccorso da parte delle organizzazioni umanitarie di ricerca e soccorso (SAR) nel Mediterraneo centrale, con conseguente aumento delle morti in mare.
“Tuttǝ noi osserviamo con orrore le condizioni di coloro che attraversano il Mediterraneo e desideriamo fortemente porre fine a questa sofferenza. Tuttavia, questo è il modo sbagliato di affrontare una crisi umanitaria”, ha dichiarato Türk. “Se questa legge verrà approvata, altre persone in difficoltà saranno costrette a soffrire e altre vite rischieranno di andare perdute a causa dell’assenza di aiuti tempestivi”.
La legge punirebbe di fatto sia le persone migranti che coloro che cercano di aiutarle. Questa criminalizzazione delle azioni umanitarie probabilmente scoraggerebbe lo svolgimento del cruciale compito delle organizzazioni a difesa dei diritti umani e quelle umanitarie”, ha aggiunto l’Alto Commissario.
La proposta di legge – che è stata approvata ieri dalla Camera dei deputati del Parlamento italiano e dovrebbe essere esaminata dal Senato la prossima settimana – richiede anche che le navi di soccorso umanitario si dirigano in porto subito dopo ogni soccorso, rinunciando a ulteriori interventi anche se si trovano nelle immediate vicinanze di persone in pericolo. In passato, le navi SAR hanno effettuato più operazioni di soccorso nell’arco di giorni. Allo stesso tempo, l’Italia ha recentemente designato porti di sbarco distanti per le persone soccorse in mare – a volte a giorni di navigazione dal luogo dell’evento SAR – rendendo ancora più difficile i soccorsi multipli per le navi che potrebbero effettuarne.
Volker Türk, fonte: Wikipedia
Secondo il diritto internazionale, il capitano ha il dovere di prestare assistenza immediata alle persone in pericolo in mare e gli Stati devono proteggere il diritto alla vita”, ha dichiarato Türk. “Ma secondo questa nuova proposta, una nave SAR sarebbe obbligata a ignorare le richieste di soccorso di chi si trova in mare solo per il fatto di aver già salvato altre vite”.
Türk ha aggiunto: “Le persone che sono rimaste bloccate in mare sarebbero costrette a sopportare una prolungata situazione di pericolo e rischierebbero di perdere la vita. Coloro che sopravvivono devono affrontare ulteriori ritardi nell’accesso a cure mediche adeguate e alla riabilitazione, anche per le vittime di tortura, violenza sessuale e altre violazioni dei diritti umani”.
L’Alto Commissario ha affermato che la legge proposta rischia anche di aumentare le intercettazioni e i rimpatri in Libia – un luogo che, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, non può essere considerato un porto sicuro.
Secondo questa proposta di legge, gli equipaggi a bordo delle navi devono registrare le generalità di ogni persona che intende chiedere protezione internazionale. Le organizzazioni non governative che non rispetteranno le nuove regole saranno soggette a sanzioni amministrative, multe e al sequestro della nave.
L’Alto Commissario ha esortato il Governo italiano a ritirare la proposta di legge e a consultare gli attori della società civile, in particolare le ONG che si occupano di ricerca e soccorso, per garantire che qualsiasi proposta di legge sia pienamente conforme al diritto internazionale in materia di diritti umani, al diritto internazionale delle persone rifugiate e ad altre cornici giuridiche applicabili, tra cui la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e la Convenzione internazionale sulla ricerca e il soccorso in mare.
GINEVRA, 16 febbraio 2023