A cura di Ufficio Stampa | 29 / ott / 2025

Mediterranea torna in missione in mare

Liberata dal decreto Piantedosi, la nave è salpata questa mattina dal porto di Trapani

La nave MEDITERRANEA è salpata questa mattina dal porto di Trapani per la sua seconda missione di osservazione e monitoraggio a difesa dei diritti fondamentali delle persone e di ricerca e soccorso in mare a salvaguardia della vita umana. Nelle prossime ventiquattr’ore la nave raggiungerà la zona di operazioni SAR a sud dell’isola di Lampedusa.

«Ripartiamo in mare - dichiara la presidente di Mediterranea Saving Humans, Laura Marmorale - grazie alla decisione del Tribunale di Trapani che ha sospeso la detenzione amministrativa della nave in applicazione del decreto Piantedosi, riconoscendo invece la piena legittimità delle nostre scelte, quando abbiamo rifiutato il porto lontano di Genova e fatto rotta su quello di Trapani. Abbiamo agito così per garantire cure adeguate alle persone soccorse, che erano state gettate in mare come ‘sacchi di spazzatura’ dai trafficanti libici».

«Ripartiamo - aggiunge Sheila Melosu, capomissione a bordo - perché sentiamo la necessità di intervenire in una situazione drammatica nel Mediterraneo centrale: solo nelle ultime due settimane si è avuta notizia di quattro naufragi con conseguenze tragiche, due nei pressi di Lampedusa, uno al largo delle coste tunisine di Madhia e uno sulle spiagge libiche di Sabratha, con decine di vite perdute in mare. I dati pubblicati ieri dalle agenzie delle Nazioni Unite confermano oltre 1.400 vittime da inizio anno. Senza contare le persone che vengono catturate in mare e riportate nei campi di prigionia o abbandonate a morire nel deserto». 

«È una situazione - conclude Marmorale - inaccettabile: donne, uomini e bambini in fuga da Libia e Tunisia dovrebbero poter arrivare in Europa attraverso corridoi umanitari, canali sicuri e legali di accesso. Invece i nostri governi, quello italiano e le istituzioni europee, rafforzano la collaborazione con milizie e regimi criminali, responsabili di ogni genere di inaudite violenze. Come ci ha detto giovedì scorso papa Leone, non possiamo accettare che le persone migranti siano trattate come ‘spazzatura’. Non possiamo accettare che il nostro mare Mediterraneo sia trasformato in una zona di guerra contro l’umanità. Per questo torniamo a soccorrere e torneremo a intervenire là finché le cose non cambieranno».

Torna alle notizie

Altri "Comunicati"

«Prima si salva
poi si discute»

Sostieni le nostre missioni nel Mediterraneo.

«Siamo dove
c'è bisogno»

Il tuo aiuto è fondamentale per sostenere la popolazione civile in Ucraina.

«Essere strumento della resistenza nonviolenta»

Sostieni il nostro impegno accanto alla popolazione palestinese.

Seguici
lungo il viaggio!

Lasciaci i tuoi contatti per ricevere NAVTEXT, il nostro servizio di aggiornamento periodico sulle attività di mare e di terra.

Disclaimer

  • Dichiaro di aver preso visione dell’informativa sulla privacy e acconsento al trattamento dei dati.