A cura di Ufficio Stampa | 06 / nov / 2025

Mediterranea bloccata dal Decreto Legge Piantedosi

Ancora una volta il Governo italiano ostacola il soccorso in mare.

Dopo lo sbarco avvenuto martedì sera di 92 persone (tra cui 31 minori non accompagnati), nella notte appena trascorsa - su mandato del Ministero dell’Interno - la Polizia di Stato e la Capitaneria di Porto Empedocle hanno notificato al comandante e all’armatore di nave MEDITERRANEA il verbale che contesta la presunta violazione del Decreto Legge Piantedosi per “non aver raggiunto senza ritardo il porto di sbarco assegnato”, che negli ordini del Viminale avrebbe dovuto essere il lontano porto di Livorno, a 630 miglia nautiche, quasi 1.200 kilometri e oltre quattro giorni di navigazione dal soccorso.

Questo ci viene contestato nonostante il Medico di bordo e lo stesso CIRM Telemedicina, incaricato dalle Autorità marittime, abbiano certificato che tutte le persone soccorse non erano in grado di affrontare altri tre giorni di navigazione. E nonostante sia stata la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Palermo a chiedere ai competenti Ministeri dell’Interno e dei Trasporti di far sbarcare i minori a Porto Empedocle.

Ma non è evidentemente il diritto alla vita e alla salute delle persone salvate in mare a interessare al nostro Governo. E tantomeno il rispetto del diritto internazionale e nazionale e delle decisioni della Magistratura. 

Per loro l’inumana ossessione che guida l’imposizione di provvedimenti ingiusti e illegittimi è sempre una sola: ostacolare il soccorso civile in mare. Ed è questa la prima pesante conseguenza del verbale notificato stanotte: la nostra nave MEDITERRANEA, che dopo lo sbarco era pronta a ripartire in missione di ricerca e soccorso in mare, è adesso bloccata in catene a Porto Empedocle.

Dovremo attendere giorni per sapere dal Prefetto di Agrigento per quante settimane o mesi sarà sottoposta a detenzione amministrativa, e quindi poter presentare ricorso. Intanto ci stanno ingiustamente impedendo di soccorrere altre vite in mare. Non permetteremo che queste illegittime politiche di morte prevalgano.

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