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Sabato scorso presso il tribunale di Trapani, si è svolta una delle ultime udienze preliminari nel processo contro iuventa. In aula sono stati ascoltati i testimoni su cui l'accusa basa le sue ipotesi del reato di "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina" contro lə imputatə.
Abbiamo tradotto e pubblicato in italiano il comunicato di iuventa-crew.
I principali testimoni dell'accusa sono stati convocati per la loro deposizione nell'udienza di sabato 10 febbraio, segnando un momento significativo dopo quasi due anni di udienza preliminare. L'udienza ha fatto luce sui secondi fini e sui gravi problemi di credibilità di questi testimoni, su cui l'accusa ha costruito tutto il suo caso. Lə imputatə sperano quindi che l'udienza di sabato segni l'inizio della fine del processo, perché hanno dimostrato in modo definitivo che le accuse mosse dai testimoni erano inventate e motivate politicamente.
L'esistenza di "testimoni oculari affidabili e attendibili" è stata considerata l'elemento unico e caratterizzante del caso Iuventa e la grande differenza rispetto alle decine di altri casi contro le ONG che si occupano di soccorso in mare, che non sono mai arrivati a processo o sono stati subito abbandonati. Il fatto che questi testimoni oculari fossero ex agenti di polizia che avevano agito per un presunto senso del dovere, avrebbe dovuto aggiungere legittimità al caso. Tuttavia, l'udienza di ieri ha mostrato la situazione in modo molto differente.
I due testimoni chiave sono stati espulsi dalla polizia a causa di un passato segnato da menzogne, frodi, diffamazione e negligenza professionale. La loro credibilità era talmente compromessa da rendere impossibile la loro permanenza all'interno dei ranghi della polizia [Per maggiori informazioni sui testimoni chiave dell'accusa, consultare la nostra CARTELLA STAMPA]. Nonostante le numerose prove della loro disonestà e del loro comportamento discutibile in passato, l'accusa li ha usati come pretesto per costruire la più grande ed estesa indagine contro le organizzazioni del soccorso civile in mare. Attraverso un'omissione selettiva dei fatti, sono stati trasformati da ex dipendenti caduti in disgrazia in "ex colleghi" apparentemente credibili.
La Procura di Trapani era pienamente consapevole di questo loro passato fin dall'inizio. La polizia ha messo sotto controllo i loro telefoni per verificare le loro dichiarazioni. Queste registrazioni hanno mostrato chiaramente nelle prime fasi dell'indagine la loro disonestà e i loro secondi fini: uno aspirava a rientrare in Polizia, mentre l'altro mirava a una posizione di prestigio all'interno del partito di estrema destra e razzista Lega Nord. Il fatto che abbiano contattato Matteo Salvini, scambiando con lui informazioni e materiale, rivela le inclinazioni politiche e le motivazioni alla base delle loro accuse e testimonianze.
Ma non solo la credibilità dei testimoni è nulla; anche i loro cosiddetti "resoconti oculari" sono vaghi, contraddittori e frutto o di una sostanziale mancanza di conoscenza delle norme di comportamento marittimo e delle operazioni di ricerca e soccorso, o di malafede.
Nicola Canestrini, avvocato di Iuventa dichiara: "Il controesame dei testimoni dell'accusa, finalmente disposto dal tribunale per verificarne la credibilità, ha confermato l'assoluta mancanza di prove. L'immediata chiusura del procedimento, iniziato 8 anni fa, è l'unica opzione accettabile in uno stato di diritto."
Kathrin Schmidt, imputata dell’equipaggio di Iuventa: "È ridicolo vedere come il sistema giuridico italiano sia diventato un burattino degli interessi politici di loschi personaggi di destra. L'unico risultato equo possibile è che il giudice faccia cadere tutte le accuse nella sua decisione al termine di questa fase preliminare, prevista per l'inizio di marzo".
Tutto questo può sembrare la trama di una soap opera, ma la realtà è molto più grave. Secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, oltre 10.000 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale da quando la IUVENTA è stata sequestrata nell'estate del 2017. Inoltre, più di 200.000 persone sono state respinte con violenza in Libia. Ognuna di queste tragedie avrebbe potuto essere evitata e la IUVENTA avesse potuto svolgere un ruolo cruciale nel salvare vite umane - se solo non fosse stata sequestrata.
Le dichiarazioni conclusive di entrambe le parti sono attese per il 28 febbraio e il 2/3 marzo.
Trapani, 11 febbraio 2024