«Chi salva una vita
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La situazione di Lampedusa, con nuove vite perse in mare tra cui quella della piccola Traore Mama, con oltre settemila esseri umani rinchiusi dentro un hotspot che potrebbe contenerne solo dieci volte di meno, le cariche e i manganelli sul molo contro persone stremate dopo un viaggio nel quale hanno rischiato la vita, le bottigliette d'acqua lanciate in mezzo alla folla assetata, tutto quello che stiamo vedendo, non solo è inacettabile, ma si poteva e doveva evitare.
Si potrebbe e dovrebbe evitare a monte con una necessaria e coraggiosa inversione di rotta nelle politiche migratorie italiane ed europee e, finalmente, l'apertura di canali d'ingresso sicuri e legali nella UE.
Ma si potrebbe e dovrebbe evitare anche nell'immediato. Come dice anche il sindaco dell'isola Mannino, i trasferimenti veloci delle persone verso la Sicilia andavano non solo potenziati ma resi effettivi, con prevedibile anticipo, dall'impiego di navi e aerei militari e civili. Il governo invece di spendere tempo e soldi per inseguire fantomatici e disumani accordi con trafficanti e miliziani per bloccare in lager le donne uomini e bambini, disponga la permanenza sull'isola di grandi navi militari in grado di trasferire migliaia di persone al giorno.
Ma questa è una emergenza costruita anche dal punto di vista dell'organizzazione dei soccorsi in mare: a partire dalla scelta di tenere lontane dalle acque libiche e tunisine le navi delle guardie costiere e delle marine europee, per lasciare mano libera a catture, respingimenti, deportazioni. Infatti l'arretramento della zona operazioni ridosso dell'isola e l'impiego di motovedette con poco spazio per imbarchi e poca autonomia, provocano la conseguenza che l'unico approdo possibile diventi proprio Lampedusa. Se si impiegassero al largo mezzi più capaci come le navi Diciotti, Dattilo e Gregoretti o le unità della Marina, un numero maggiore di persone potrebbe essere soccorso tempestivamente e trasferito direttamente sul continente, riducendo innanzitutto i rischi di affondamento che purtroppo continuano a causare morti anche a poca distanza dal molo. Una operazione stile Mare Nostrum che il governo italiano e le istituzioni europee non vogliono attuare per motivi politici e propagandistici, condannando Lampedusa a diventare teatro dell'emergenza creata ad arte.
I numeri delle persone che arrivano via mare non sono diversi da quelli del 2016. Quello che è cambiato è invece il fatto che non esiste più un sistema di prima e seconda accoglienza diffusa, dignitoso ed efficace, smantellato in questi anni proprio da chi oggi sta al governo.
La resistenza delle donne e degli uomini in movimento e la solidarietà dei lampedusani che si sono gettati in acqua per soccorrere, stanno offrendo cibo e distribuendo acqua ai migranti abbandonati nelle strade, sono un grande esempio per tutti, lezioni di umanità che i politicanti delle passerelle sull'isola in permanente campagna elettorale, farebbero bene a seguire.
Oggi a Lampedusa sarà lutto cittadino per la piccola Traore Mama, ci uniamo al dolore e al ricordo per tutte le vite perse in mare, così come siamo a fianco della resistenza delle e dei migranti e della solidarietà delle e dei lampedusani.