A cura di Direttivo Mediterranea | 24 / feb / 2023

La Guerra è una Merda

Un anno di guerra. Un anno che stiamo in quel paese martoriato dagli infami massacri, in quella terra distrutta, arata ogni giorno dalla morte, che ne è diventata signora assoluta.

Aggressori e aggreditə. Certo. Una scelta consapevole di un tiranno, che per poter rimanere in gioco ha deciso di scaricare su un intero popolo, milioni di bambinə, donne e uomini, la violenza più estrema, invadendo e bombardando città e villaggi, mettendo sul piatto la sfida a chi è capace di fare più vittime.

Come fanno i tiranni, come fanno i potenti. Una guerra che plasma tutto secondo le sue sembianze: chi ha le ragioni di una resistenza si trova costretto a piegarsi alle sue regole. Vincere o morire, anche se vincere significa far morire, quellə che sono lə tuə nemicə ma anche quellə che sono fratelli, madri, figliə tuə. Noi ci sentiamo in mezzo a una tempesta perfetta. Un vortice che alla fine porta sempre dalla stessa parte, dove morte e distruzione sono l’unico risultato possibile.

Nessuno si domanda più a che prezzo. Milioni di morti? L’olocausto nucleare? Noi non troviamo risposte efficaci. Sicure, certe. Noi non riusciamo a dire che ne vale sempre la pena, che qualsiasi cosa accada, l’importante è la vittoria. Non riusciamo a dire che hanno torto quellə che difendono il loro diritto a esistere, e non riusciamo a dire che in nome di questa sacrosanta ragione, si possono anche prevedere e accettare milioni di morti.

Siamo nella contraddizione, viviamo in essa, siamo diventati lə suə figliə illegittimə. Ma con il dolore addosso abbiamo scelto di stare, fin dall’inizio, a fianco di chi soffre a causa di una guerra di invasione, fatta da un esercito che bombarda e uccide civili nelle loro case, che distrugge ospedali e scuole, che ammazza bambinə innocenti. È l’unica cosa che riusciamo a fare, e lo diciamo perché siamo in Ucraina con loro.

Raccogliamo le loro voci che gridano vendetta, che parlano non di pace, per la stragrande maggioranza, ma di guerra all’ultimo sangue. Gente normale, che oggi ha il cuore pietrificato dalla realtà. Continueremo ad aiutare come possiamo questo popolo, continueremo a dire che la guerra è una merda, sempre. E continueremo ancora a dire che in questo mondo noi non crediamo.

Non ci convincono i sacrifici umani da innalzare al Dio della Pace che chiede morti e macerie. Né al Dio della Pace che chiede di arrendersi al più sanguinario dei re. Siamo consapevoli di non avere soluzioni facili, di non vederle ora, di non essere capaci di fare i tifosi dagli spalti. Siamo in campo alla maniera nostra, inadeguatə perché umanə, e tutto quello che abbiamo attorno non lo è.

In questo smarrimento esistenziale, ancora una volta, l’unica risposta alla quale riusciamo ad aggrapparci trova riferimento nel nostro motto “Prima si salva, poi si discute”.

Essere lì dove le persone hanno bisogno di noi, la pratica umanitaria come mezzo di salvezza per l’umanità.

Il Consiglio Direttivo – MEDITERRANEA Saving Humans

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