La risoluzione del Parlamento Europeo, approvata oggi con larga maggioranza, che chiede l'istituzione di una missione europea di soccorso in mare, rappresenta finalmente un passo in avanti e uno sguardo serio sul dramma umanitario nel quale scelte politiche disumane e sbagliate hanno trasformato il fenomeno della migrazione nel nostro continente.

Era una richiesta, questa dell'istituzione di una missione di ricerca e soccorso istituzionale e coordinata a livello europeo, che da sempre come realtà del soccorso civile in mare, abbiamo avanzato. Non si può risolvere la vergogna di oltre 2000 morti all'anno in mare, né con i fili spinati, né con i proclami dei "blocchi navali" e della "difesa dei confini". Prima si salva, poi si discute.

Si discute, dopo aver salvato la vita alle persone che sono in mare, certamente di lotta al traffico di esseri umani, ma attraverso ingressi legali, missioni di evacuazione per le persone internate nei lager libici, garanzia del diritto di asilo e dei diritti umani.

Nella risoluzione approvata oggi si chiede inoltre che l'Unione Europea disponga finalmente una verifica sui finanziamenti che vengono elargiti a realtà criminali come la cosiddetta guardia costiera libica, che cattura e deporta nei lager donne uomini e bambinə profughə in aperta violazione delle Convenzioni di Amburgo e Ginevra. Come da sempre denunciano le realtà del soccorso civile in mare e anche le Nazioni Unite, oltre che essere cio' oggetto di importanti inchieste del Tribunale Penale Internazionale.

Come reagirà il governo italiano a questa importante presa di posizione? Continuerà la assurda guerra alle persone migranti e alle ONG? Continuerà a finanziare miliziani pagati per violare i diritti umani? Continuerà a fornire i mezzi con cui la cosiddetta guardia costiera libica commette i suoi crimini? Continuerà nel folle proposito di trasformare la Tunisia in una nuova Libia?