A cura di Comunicato del Forum Tunisien pour les Droits Economiques et Sociaux | 08 / giu / 2023

Giorgia Meloni in visita a Tunisi: persona non grata!

Pubblichiamo il comunicato tradotto in italiano del Forum Tunisien pour les Droits Economiques et Sociaux sulla visita del Primo Ministro italiano Giorgia Meloni a Tunisi e sulla tragica situazione delle persone migranti in Tunisia.

Oggi, martedì 6 giugno 2023, il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni si recherà in visita ufficiale a Tunisi per incontrare il presidente Kais Saied. La visita è stata concordata a seguito di un colloquio telefonico tra Saied e Meloni il 2 giugno, durante il quale è stato sottolineato “il continuo sostegno dell’Italia alla Tunisia nei negoziati con il Fondo Monetario Internazionale e nella gestione dei flussi migratori”. 

Il sostegno offerto dall'Italia è finalizzato a contenere le partenze dalla Tunisia, sia che si tratti di cittadinə tunisinə o di stranierə, e a facilitare e accelerare i rimpatri forzati dall’Italia. Le politiche migratorie del Governo italiano hanno un impatto diretto sullə tunisinə in Italia. Nel 2020 e nel 2021, lə cittadinə tunisinə sono statə lə primə a essere trattenutə nei Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) italiani lə primə a essere rimpatriatə.

Una recente indagine ha inoltre denunciato il trattamento disumano che le persone migranti, tra cui moltə tunisinə, subiscono in questi centri. 

La cooperazione tra i due Paesi non riguarda né le procedure di identificazione dei corpi delle persone morte in mare, né il rimpatrio delle salme.

Inoltre, gli ingenti finanziamenti concessi dall’Italia, circa 47 milioni dal 2014, sono serviti esclusivamente a rafforzare l’apparato di sicurezza tunisino, con il Ministero dell’Interno e della Difesa come principali destinatari. 

Inoltre, la cooperazione tecnica e commerciale che l’Italia vuole mantenere con la Tunisia non va in alcun modo a beneficio del popolo tunisino, dato che per beneficiarne è necessario ottenere un visto, che per molti tunisini rimane una chimera. 

In questo momento in cui l’Italia ha rinnovato la classificazione della Tunisia come Paese di origine sicuro, il Paese sta affrontando una grave crisi economica, sociale e politica e l’unica priorità del governo tunisino è quella di perseguire e imprigionare attivistə, sindacati, giornalistə e oppositorə politichə. 

Inoltre, gli eventi del febbraio 2023, con la dichiarazione del presidente Kais Saied di essere preoccupato che le “orde di migranti illegali” possano “cambiare la composizione demografica della Tunisia”, hanno notevolmente peggiorato le condizioni di vita della popolazione migrante in Tunisia. 

Nel contesto attuale, la Tunisia non può essere considerata un Paese sicuro per le persone in movimento. 

L’obiettivo del governo italiano è quello di rendere la Tunisia custode delle proprie frontiere, in particolare per quanto riguarda l’intercettazione delle imbarcazioni nelle acque territoriali e il loro trasferimento in Tunisia, e di favorire una superficiale stabilizzazione del Paese per evitare che sempre più tunisini partano. Dall’1 gennaio al 31 maggio, la Tunisia ha intercettato 23.110 migranti (10 volte di più rispetto allo stesso periodo del 2020).

Per questo le associazioni firmatarie: 

- Ricordano che la mobilità è un diritto umano e che è proprio a causa di queste politiche di esternalizzazione e di sicurezza adottate dai due Stati che migliaia di persone, tunisine e straniere, stanno perdendo la vita, costrette a percorrere rotte sempre più pericolose;

- Ricordano che le politiche di cooperazione e di vicinato devono favorire gli interessi del popolo tunisino ed esortano il governo tunisino ad astenersi dal giocare il ruolo di poliziotto del Mediterraneo;

- Ricordano che le discussioni in corso con le autorità italiane sulla cooperazione nel controllo delle frontiere e nella lotta al traffico di esseri umani lasciano le acque territoriali e il territorio tunisino aperti all’ingerenza delle forze di sicurezza europee. 

- Chiedono che venga presa in considerazione la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo del 30 marzo, che ha condannato il governo italiano per aver violato i capitoli 3, 5 e 13 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo nei confronti di 4 migranti tunisini, e chiedono di fermare le espulsioni di massa di migranti tunisini dall'Italia. 

- Denunciano il riavvicinamento ideologico tra i governi tunisino e italiano, caratterizzato da commenti xenofobi e razzisti. 

- Esortano i governi a stabilire la verità e a fare giustizia per la morte sospetta di Wissem Ben Abdellatif, deceduto il 28 novembre 2021 legato a un letto dell'ospedale San Camillo di Roma, dopo il suo trasferimento dalla rianimazione di Ponte Galeria.

Credit photo: ANSA

Torna alle notizie

Altri "Comunicati"

«Chi salva una vita
salva il mondo intero»

Soccorriamo l’umanità insieme, sostieni le nostre missioni nel Mediterraneo.

«Fai qualcosa di concreto
per la Pace»

Le nostre missioni in Ucraina hanno bisogno di te per aiutare la popolazione civile.

Seguici
lungo il viaggio!

Lasciaci i tuoi contatti per ricevere NAVTEXT, il nostro servizio aperto a tuttə di aggiornamento periodico sulle attività di mare e di terra.

Disclaimer

  • Dichiaro di aver preso visione dell’informativa sulla privacy e acconsento al trattamento dei dati.