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Come lǝ richiedenti asilo sono detenutǝ in prigioni segrete sui traghetti per facilitare i respingimenti illegali dall’Italia alla Grecia.
Pubblichiamo sul nostro sito la traduzione di un'inchiesta di Lighthouse Report.
Mentre lǝ vacanzierǝ sorseggiano birra fresca e cocktail sul ponte di un traghetto passeggeri, nell’aria c’è un brusio di eccitazione, sottocoperta la situazione è molto diversa. Nelle viscere di questa nave ci sono persone, tra cui bambinǝ, incatenate e rinchiuse in luoghi bui contro la loro volontà.
Si tratta della meno nota pratica europea di respingimento, che prevede l’uso di prigioni segrete su navi private per deportare illegalmente lǝ richiedenti asilo da dove sono venutǝ.
La sistematica negazione del diritto di chiedere asilo alle frontiere terrestri dell’UE è stata ben documentata negli ultimi anni. L’anno scorso, Lighthouse Reports e i suoi partner hanno rivelato l’esistenza di “siti neri” – luoghi di detenzione clandestini – dove rifugiatǝ e migranti si vedono negare il diritto di chiedere asilo e vengono imprigionatǝ illegalmente prima di essere rimpatriatǝ.
Il fatto che ha ricevuto meno attenzione è la pratica illegale di negare l’opportunità di richiedere asilo alle frontiere all’interno dell’UE e i brutali respingimenti che avvengono tra gli Stati membri – in particolare dall’Italia alla Grecia – per mare.
Abbiamo scoperto che lǝ richiedenti asilo, compresə lǝ bambinǝ, sono detenutǝ in prigioni non ufficiali – sotto forma di scatole di metallo e stanze buie – a volte per più di un giorno, nelle viscere delle navi passeggeri dirette dall’Italia alla Grecia, come parte di respingimenti illegali da parte delle autorità italiane.
Nel 2014, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che l’Italia aveva rimpatriato illegalmente lǝ richiedenti asilo in Grecia, negando loro la possibilità di presentare una domanda di protezione. A otto anni di distanza, nonostante le autorità italiane abbiano ripetutamente affermato che questa pratica è cessata, abbiamo scoperto che continua a pieno regime.
Lighthouse Reports, in collaborazione con SRF, ARD Monitor, Al Jazeera, il Domani e Solomon, ha ottenuto fotografie, filmati e testimonianze che rivelano che alle persone che rischiano la vita imbarcandosi sui traghetti diretti ai porti italiani dell’Adriatico, come Venezia, Ancona, Bari e Brindisi, nella speranza di chiedere asilo, viene negata la possibilità di farlo.
Vengono invece trattenutǝ al porto prima di essere rinchiusǝ sulle navi con cui sono arrivatǝ e rispeditǝ in Grecia.
Nella prima prova fotografica di questo tipo, ottenuta durante numerosi viaggi di reportage tra l’Italia e la Grecia su navi commerciali di proprietà del gigante greco dei traghetti Attica Group, abbiamo catturato immagini dei luoghi utilizzati per trattenere lǝ richiedenti asilo su queste navi, a volte ammanettatǝ a scaffali metallici, mentre vengono deportatǝ illegalmente.
Abbiamo scoperto che su un traghetto, l’Asterion II, le persone sono rinchiuse in un ex bagno con docce e servizi igienici rotti, insieme a due materassi. I nomi e le date dellǝ detenutǝ sono scarabocchiati sui muri in diverse lingue. Abbiamo una prova video di questa stanza, ottenuta con una piccola telecamera attraverso il buco della serratura, che corrisponde alle descrizioni fornite dallǝ richiedenti asilo.
Su un’altra nave commerciale, il Superfast I, le persone sono tenute in un container di metallo con il tetto a gabbia nella sala garage su uno dei ponti inferiori. Qui fa molto caldo durante i mesi estivi. Abbiamo visitato la stanza e realizzato filmati e fotografie. Corrisponde alle descrizioni dellǝ richiedenti asilo. Sul pavimento c’è solo un pezzo di cartone. Sembra che le persone abbiano cercato di scrivere parole nella polvere sul muro di metallo.
Un richiedente asilo afghano che dice di essere stato trattenuto in questo luogo racconta: “È una stanza lunga 2 metri e larga 1,2 metri. È una stanza piccola […] Hai solo una piccola bottiglia d’acqua e niente cibo […] Abbiamo dovuto rimanere in quella piccola stanza all’interno della nave e accettare le difficoltà”.
Su un terzo traghetto, il Superfast II, lǝ richiedenti asilo sono detenutə in una stanza dove vengono raccolti i bagagli. Un uomo afgano è riuscito a scattarsi un selfie mentre era ammanettato ad alcuni tubi di metallo. Ci siamo recati lì e abbiamo fatto delle riprese, che corrispondono all’ambiente circostante nel selfie.
Tra lǝ detenutǝ ci sono anche bambinǝ. Abbiamo verificato tre casi in cui minori di 18 anni sono stati deportatǝ in questo modo, via traghetto, dall’Italia alla Grecia. Un diciassettenne afghano di nome Baloosh ci ha raccontato: “Mi hanno rimandato in Grecia in barca, illegalmente. Non mi hanno chiesto nulla sulla mia richiesta di asilo o altro”.
Oltre alle testimonianze e alle prove fotografiche, abbiamo avuto conferma da alcunǝ membrǝ dell’equipaggio che questi luoghi venivano utilizzati per detenere lǝ richiedenti asilo che venivano rispeditǝ in Grecia. Hanno definito questi luoghi “prigioni”. Espertǝ legali e ONG hanno confermato ulteriormente i risultati, affermando di aver ricevuto numerose segnalazioni di queste pratiche negli ultimi anni.
n base a un accordo bilaterale di “riammissione” tra il governo italiano e quello greco – in vigore dal 1999 nonostante non sia stato ratificato dal Parlamento italiano – l’Italia è in grado di rimpatriare le persone migranti prive di documenti arrivate dalla Grecia. Tuttavia, questo accordo non può essere applicato a coloro che chiedono asilo.
Invece, abbiamo scoperto che lǝ richiedenti asilo provenienti da Afghanistan, Siria e Iraq sono statə sottopostǝ a questo trattamento negli ultimi 12 mesi. I dati forniti dalle autorità greche mostrano che negli ultimi due anni sono stati centinaia i casi di rimpatrio dall’Italia alla Grecia, con 157 persone nel 2021 e 74 nel 2022 – anche se lǝ espertǝ ritengono che non tutti i casi siano documentati.
Dopo la sentenza della CEDU del 2014, l’Italia ha ripetutamente affermato che questa pratica è cessata e ha fatto pressione affinché il monitoraggio ufficiale delle procedure di frontiera al porto – messo in atto in seguito alla sentenza della CEDU – venga interrotto sulla base del fatto che le violazioni non si verificano più.
L’avvocata italiana specializzata in immigrazione Erminia Rizzi ha dichiarato che questi rimpatri forzati avvengono “frequentemente” e vedono lǝ richiedenti asilo, compresi lǝ minori, “impossibilitatǝ ad accedere al territorio, in violazione di tutte le regole e con procedure informali”.
Wenzel Michalski, direttore di Human Rights Watch Germany, ha sollevato la questione della complicità dell’UE, affermando che i risultati mostrano come “l’Europa si sia permessa di tollerare tali circostanze”.
Potete leggere un estratto dell’inchiesta nell’articolo di Sara Creta su Domani:
Fonte: articolo su https://www.lighthousereports.nl/investigation/detained-below-deck/