A cura di Consiglio direttivo | 20 / mar / 2025

Deportazione di massa di oltre 600 rifugiati operata il 18 marzo dai militari tunisini

Mediterranea: “Chiediamo un intervento di soccorso degli organismi internazionali. Il Governo italiano si attivi per evitare morti”

Posizione dei deportati:

35*35’54.1”N 8*23’29.3”E
36*35’45.5”N 8*23’00.9”E

I nostri attivisti, Luca Casarini e Don Mattia Ferrari, sono stati raggiunti da una richiesta di aiuto di uno dei deportati, che è riuscito ad inviare la posizione GPS del luogo dell’abbandono. Le persone sono state abbandonate lungo il confine occidentale della Tunisia in aree impervie e isolate nelle zone di Haidra e Djebel Ghorra, senza alcun mezzo di sostentamento, a pochi chilometri dalla frontiera algerina.

Dopo questo messaggio non si è più riusciti a comunicare di nuovo con lui. Dalle nostre reti di solidarietà presenti in Tunisia, come Refugees in Tunisia, arriva la conferma di un maxi-respingimento e deportazione avvenuta dal porto di Sfax, al termine di operazioni di recupero in mare,condotte tra domenica 16 e lunedì 17 marzo, per diverse persone che tentavano la traversata verso l’Italia. L’operazione, condotta da Garde Nationale tunisina e da militari del ministero degli interni di Tunisi, ha mobilitato 11 autobus, sui quali sono stati caricati i profughi e i sopravvissuti al mare dopo essere stati perquisiti e ai quali sono stati sequestrati i telefoni, acqua, generi di prima necessità. La procedura è quella ormai consolidata in seguito agli accordi tra l’Unione Europea e la Tunisia siglati su spinta del governo italiano: le persone migranti sono state catturate in mare mentre cercavano di raggiungere l’Italia e l’Europa, sono state riportate a terra e in seguito deportate.

In questi mesi abbiamo ricevuto più volte telefonate da gruppi di persone che erano state deportate - raccontano Luca e don Mattia - e spesso di loro si sono perse le tracce. Il deserto, o le zone disabitate lungo il confine, sono diventate un enorme cimitero, come il mare. Chiediamo alle autorità e a tutti coloro che ne hanno la possibilità di intervenire per soccorrere le donne, gli uomini e i bambini vittime di questo maxi-respingimento”.

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