A cura di Ufficio Stampa | 11 / dic / 2025

Piantedosi illegittimo: il Tribunale di Agrigento sospende il fermo di Mediterranea

C'è una strategia illegale del governo che mira a confiscare la nostra nave di soccorso. Ma ancora una volta viene sconfitta davanti ai Tribunali.

Il Tribunale di Agrigento ha emesso un decreto con cui sospende il fermo amministrativo della nave Mediterranea, che era stato comminato dalla Prefettura della città siciliana il 12 novembre scorso. Si era trattato di un provvedimento particolarmente pesante: 60 giorni di detenzione amministrativa della nave e una sanzione pecuniaria di 10mila euro per comandante e armatore. 

La decisione del Tribunale di Agrigento dimostra l'illegittimità dell'applicazione del Decreto Legge Piantedosi e lo fa procedendo "inaudita altera parte" cioè con una misura d'urgenza, senza ritenere neppure necessaria una prima convocazione dell'Avvocatura dello Stato. La pesante vendetta del Governo contro la nave Mediterranea si era era abbattuta dopo il soccorso, tra il 2 e 3 novembre scorsi in tre diversi interventi in zona SAR sotto il controllo libico e a sud di Lampedusa, di 92 persone tra cui ben 31 minori non accompagnati. L'accusa del Ministero dell'Interno era che Mediterranea si sarebbe rifiutata di proseguire il suo viaggio per quattro giorni verso il lontano porto di Livorno. In realtà lo sbarco di tutte le persone soccorse nello scalo siciliano di Porto Empedocle era avvenuta il 4 novembre per disposizione della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Palermo e della stessa Procura della Repubblica di Agrigento.

L'odierna decisione del Tribunale di Agrigento dimostra l'esistenza di una precisa strategia del Governo: il reiterato abuso, arbitrario e addirittura illegale, dei poteri sanzionatori previsti dal Decreto Legge Piantedosi ha l'obiettivo di ostacolare e impedire l'attività di soccorso civile nel Mediterraneo centrale. Nel nostro caso specifico l'abuso è ancora più pericoloso: violando qualsiasi regola vogliono arrivare alla definitiva confisca della nave. E insieme allo strangolamento economico, rappresentato dai costi eccezionali di ogni fermo, vogliono togliere di mezzo testimoni scomodi che denunciano quotidianamente le violazioni dei diritti delle persone migranti e la distruzione sistematica del diritto internazionale, marittimo e umanitario, in mare.

Ma ogni volta che i provvedimenti di Piantedosi vengono sottoposti alla verifica della loro legittimità davanti a un giudice terzo competente sono clamorosamente smentiti e cancellati. La solidarietà e la difesa dei diritti fondamentali, a partire da quello alla protezione e all'asilo oggi sotto attacco dagli Stati Uniti alla nostra Europa, possono fare la differenza. Per questo attendiamo con fiducia il giudizio di merito sulle illegittime detenzioni della nostra nave che saranno affrontate nelle imminenti udienze del 17 dicembre al Tribunale di Trapani e il 21 gennaio prossima a quello di Agrigento. 

Il nostro obiettivo è che il Decreto Legge Piantedosi, così come tutte le norme che calpestano i diritti delle persone, sia abolito. E che ogni abuso di potere contro la vita degli esseri umani e la solidarietà che li soccorre, sia denunciato e sanzionato.

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