A cura di Laura Marmorale | 05 / giu / 2024

Criminale a chi?

Storie di bufale e mistificazioni sul Decreto Flussi

Ventidue anni. Esattamente dal 2002, anno in cui è entrata in vigore la cosiddetta Legge Bossi-Fini sull’immigrazione che, fra le altre cose, ha definito i decreti flussi per come li conosciamo, da allora, si diceva, giuristə, movimenti sociali, organizzazioni sindacali, religiose, umanitarie, operatorə del settore, hanno cominciato a denunciare la nefandezza e l’inutilità dei decreti flussi. Un meccanismo contorto e perverso che a raccontarlo farebbe sorridere se non fossero coinvolte le vite di migliaia di persone…e allora no, fa solo rabbia! Negli ultimi 22 anni ci siamo ostinatə a denunciare che non ha senso mantenere un unico meccanismo di regolarizzazione che prevede che una persona proveniente da un paese extraeuropeo possa entrare in Italia solo con un visto legato ad una promessa di lavoro di uno “sponsor” italiano.

Non ha senso che sullo “sponsor” (futurə datoreə di lavoro) italiano, che si candida ad assumere una non meglio conosciuta persona proveniente da un paese a caso sul pianeta, non venga effettuato nessun controllo (misura stabilita dal Governo Meloni per “snellire” le procedure).

Non ha senso, dopo aver partecipato al cosiddetto “clickday”, l’unica giornata in cui si possono presentare tutte le domande di regolarizzazione per i decreti flussi, che passino mesi prima che ogni singola richiesta venga autorizzata.

Sopra ogni altra cosa, non ha senso che, nel 70% dei casi (ma in tutto il Paese, presidente Meloni, non solo in Campania!) al momento dell’esame della richiesta, quel famoso sponsor si possa tirare indietro e la persona extracomunitaria resti con un visto inutilizzabile e senza alcuna possibilità di ottenere un permesso per lavoro. E già, perché se il tuo sponsor si tira indietro e nel frattempo sei riuscitə a trovare un altro datore di lavoro, la Legge dello Stato non ti consente di sostituire la documentazione, così come non ti consente di ottenere un permesso di soggiorno per attesa occupazione e presentare una nuova domanda. No, resti "clandestino" sul territorio nazionale, dopo essere entrato con un visto ed una promessa di lavoro, per la quale magari, hai anche pagato!

Su quest’ultimo tema, pure, forse occorre fare un po’ di chiarezza, perché in moltissimi casi questa compravendita di promesse di lavoro non è necessariamente eterodiretta dalla criminalità organizzata (con buona pace della Presidente Meloni, a cui viene troppo facile associare Sud e camorra in un solo pensiero). No, nella maggior parte dei casi, a proporsi, a chiedere un ristoro economico per il disturbo, per poi sottrarsi all’ultimo momento sono proprio quellə localissimə datorə di lavoro, piccolə imprenditorə, lavoratorə autonomə, “italianə mediə”, insomma, che si prestano ad alimentare truffe e abusi su chi ha scarsissime possibilità di difesa e vive, perciò, costantemente sotto ricatto! 

Basterebbe rivolgersi a qualunque operatorə del settore, che almeno in una occasione ha supportato persone migranti a partecipare ai “click day” in tutto il Paese, per ricevere storie di truffe e prevaricazioni perpetrate da datori di lavoro molto lontani dagli ambienti malavitosi certificati! E peccato, davvero, che la Presidente Meloni abbia sbagliato la sede dove depositare la sua denuncia, perché un suo esposto avrebbe fatto buona compagnia a quelli presentati in tutte le Procure della Repubblica di Italia, in tutte le Questure del Paese (sì, anche in Campania!) da avvocatə, giuristə, operatorə sociali con tanto di testimonianze e prove circostanziate, raccolte in due decenni, non solo negli ultimi due anni!

D’altro canto, membri del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose erano stati proprio lo scorso 30 aprile al Ministero dell’Interno del Governo della Presidente Meloni a denunciare proprio questi dati, fra molte altre cose. Dati raccolti dal Dossier della rete “Ero Straniero” con quanto pubblicato sul cruscotto del Ministero dell’Interno. Ma pare che in questo governo non abbiano avuto ancora il tempo di leggere. Perché altrimenti dovrebbero spiegare anche come mai, nel 2023, anno preso in esame proprio dal Governo, le domande presentate nei click day sono state 462.422, quasi sei volte gli 82.705 posti disponibili. Chi ha monitorato? Chi ha consentito un tale sovrannumero?

I dati raccontano tanto a chi ha la lucidità di leggerli ed interpretarli tutti, nel loro insieme, non estrapolando solo quelli che servono nello sprint finale di una brutta campagna elettorale o per continuare un battage mediatico con questo o quel Presidente di Regione. I dati individuano chiaramente le responsabilità, che di certo non possono imputarsi alle persone migranti. I dati raccontano chiaramente che solo una piccola parte di lavoratorə che entrano in Italia con i decreti flussi riescono ad ottenere un permesso di soggiorno. Il resto rischia di rimanere irregolare sul territorio se non direttamente escluso da questi meccanismi, destinato alla marginalità, allo sfruttamento, se non direttamente a procedure di detenzione e rimpatrio!

Per chi, invece, non riesce neanche a tentare la lotteria del click day, niente paura! Resta sempre la possibilità di imbarcarsi e di tentare la sorte. Ma il nostro governo corre già ai ripari: oggi è in Albania, domani istituirà una nuova zona Sar in Tunisia, regalando a quel paese nuove motovedette e a noi una storia di morte e disperazione già vista con la Libia. La strada della tutela dei diritti umani per tutte e tutti e delle battaglie per leggi giuste e antirazziste è ancora lunga!

Non ci avrete mai come volete voi!

Laura Marmorale, Presidente di MEDITERRANEA Saving Humans

5 giugno 2024

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