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Ieri Saddam Haftar, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità come Almasri, è stato ricevuto con tutti gli onori dal suo “amico” Matteo Piantedosi
Noi che andiamo per mare, conosciamo bene il figlio del generale Khalifa Haftar, boss di Bengazi e grande alleato di Putin in Libia. Saddam Haftar, che si prepara alla successione al comando, è a capo della famigerata brigata “Tarek Ben Zayed”, dotata tra le altre cose di un supply vessel denominato allo stesso modo, con il quale la milizia del figlio d’arte, opera catture di profughi in mare, e li deporta nei lager della Cirenaica.
Saddam Haftar gestisce in particolare il lager di Sidi Faraij, situato a est di Bengazi, dove torture e omicidi dei detenuti sono all’ordine del giorno. Un dettagliato rapporto di Amnesty International del 2022, descrive le attività del giovane Haftar come un “carosello degli orrori”. Anche la giustizia statunitense lo cerca dal maggio di quest’anno: è accusato di rapimenti, omicidi, deportazioni di massa anche nei confronti di cittadini libici. Saddam Haftar è segnalato dalle Nazioni Unite, come uno dei più influenti trafficanti libici. Grandi quantità di argento e dollari sono nei caveau della Banca Centrale Libica, proventi di vendita di armi e petrolio, riscatti, traffico di esseri umani.
Ancora una volta dunque, uno dei più grandi “trafficanti del globo terracqueo", è blandito e osannato dal governo di Giorgia Meloni. Ma non solo. Haftar, come Almasri, gode di “protezione” in Italia. Il 22 luglio del 2022, Saddam Haftar con quattro guardie del corpo, è’ atterrato con un jet privato a Genova. Avevano documenti falsi. Nonostante fosse inseguito da un mandato di cattura Interpol, emesso dell’autorità giudiziaria spagnola, i nostri servizi segreti hanno organizzato la sua “esfiltrazione” da Capodichino il successivo 2 agosto, per sottrarlo alla cattura. Non è un caso che Genova sia stata una tappa di Saddam, come lo fu per Almasri: i contatti tra i capi mafia libici e la criminalità organizzata nostrana, avverrebbero spesso proprio nella città ligure, usando la copertura dello stadio. La milizia di Haftar ha collaborato molto con il gruppo Wagner russo, in particolare per la sua espansione dalla Cirenaica alla Tripolitania. Vari rapporti della segreteria di Stato americana, segnalano questa circostanza. Oggi, a 34 anni e con il padre uomo forte della Cirenaica che ha raggiunto gli 80, si sta preparando il passaggio dinastico di consegne. I clan, come quello Trebelsi, potente ministro degli interni, si stanno riorganizzando.
In una Libia sempre più in preda allo strapotere criminale delle milizie, con una influenza turca e russa sempre più marcata nel definire gli equilibri interni di potere, l’Italia, nonostante i milioni di euro profusi a favore dei criminali in chiave anti migranti, sembra contare sempre meno. E da fonti informate sappiamo che anche l’Eni, che pensa al partenariato strategico con la Noc, la compagnia petrolifera di Stato, vive con un certo “fastidio” l’ossessione tutta politica del governo italiano per i migranti, che necessita di rapporti borderline con questi criminali. Mentre il Ministro degli Interni italiano, senza alcuna vergogna, si produce in selfie e strette di mano con uno dei peggiori criminali del Mediterraneo, ribadiamo che la comunità internazionale è chiamata a modificare il suo approccio alla Libia, dando priorità ai diritti umani rispetto a miopi interessi politici. Migliaia di persone che vivono alla mercé delle milizie TBZ rischiano di essere rapite, uccise, torturate o scomparse.
La Libia, altro che stabilizzata, è consegnata nelle mani di questi capi mafia, da governi senza scrupoli che pur di ottenere il “blocco degli sbarchi” da poter rivendere nella campagna elettorale permanente, sono disposti a sacrificare i principi e i valori di rispetto dei diritti e della dignità umana. Le mani che ha stretto Piantedosi, sono sporche di sangue innocente.