A cura di Consiglio direttivo di Mediterranea | 06 / set / 2024

Aysenur Ezgi Eygi, statunitense di 26 anni, è stata uccisa dall’esercito israeliano con un proiettile che l’ha colpita alla testa questo pomeriggio nel villaggio di Beita, a sud di Nablus, dove stava prendendo parte a una manifestazione pacifica contro l’Occupazione israeliana. Gravemente ferita, è stata trasportata nel vicino ospedale di Rafidia, dove è morta poco dopo. Assieme a lei ha subito una grave lesione alla coscia, causata da una scheggia di proiettile, anche un diciottenne palestinese.

Ci stringiamo intorno alla famiglia di Aysenur e esprimiamo solidarietà allǝ compagnǝ di ISM per una morte che riempie il cuore di dolore.

Aysenur si trovava in Palestina con International Solidarity Movement per compiere azioni di interposizione nonviolenta a sostegno della popolazione palestinese. La stessa attività che lə attivistə di Mediterranea Saving Humans hanno svolto negli ultimi 3 mesi nella regione del Masafer Yatta e che è fondamentale per sostenere la resistenza del popolo palestinese: questa presenza significa non solo mettersi al servizio della resistenza palestinese con i propri corpi e il proprio passaporto ma anche mantenere un osservatorio internazionale che denuncia la violenza e la violazione dei diritti umani compiuta dalle forze di occupazione contro la popolazione palestinese all’opinione pubblica di Paesi conniventi e complici dei crimini del governo, dell'esercito e dei coloni israeliani.

Siamo consapevolǝ che il clamore per la morte di Aysenur sarà maggiore di quello per le centinaia di palestinesə uccisə nelle ultime settimane in Cisgiordania e per gli oltre 40 mila morti di Gaza, dei quali troppo spesso i media occidentali non riportano nemmeno il nome. Questo doppio standard è manifestazione dell’oppressione esercitata nei confronti della popolazione palestinese e per questo vogliamo ricordare l’importanza della scelta fatta da Aysenur: lottare contro il sistema che genera queste ingiustizie.

Con il suo ricordo nel cuore, proprio per questo riteniamo fondamentale l’impegno internazionale ad essere presenti nei Territori palestinesi, nei villaggi, accanto alla popolazione civile, per agire da strumento della resistenza della popolazione palestinese e per denunciare al mondo i crimini delle autorità israeliane.

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