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Sull’arresto avvenuto mercoledì scors in Germania del criminale libico Khaled Al Hisri detto “Al Buti”, ricercato dalla Corte Penale Internazionale, pubblichiamo qui sotto l’ampio articolo di Nello Scavo dal quotidiano “Avvenire” del 18 luglio. E di seguito un nostro commento.
Su di lui la Corte penale internazionale lavorava da anni, come il “Panel of Experts” delle Nazioni Unite. Al punto da avere inserito il suo nome tra i presunti criminali libici già a partire dal 2018. L’interessato, Khaled al Hisri, detto “Al Buti”, ne era al corrente. Gli ispettori Onu avevano infatti chiesto un incontro alla sua milizia, senza mai averne risposta.
Ieri il comandante ”Al Buti” è stato arrestato nell’aeroporto di Berlino-Brandeburgo su mandato della Corte penale internazionale, come rivelato da “Avvenire” nelle fasi immediatamente successive alla cattura. Khaled al Hisri è considerato tra i fedelissimi del generale “Almasri”, arrestato a Torino il 19 gennaio e riportato in Libia due giorni dopo nonostante l’ordine d’arresto del tribunale dell’Aja. “Al-Buti” tra i comandanti dei guardiani della prigione di Mitiga e figura di spicco della “Rada”, la forza di intervento rapido ora in conflitto con il governo del premier Dbeibah.
Sull’operazione è tuttavia calato il silenzio, in attesa che tutte le parti in causa completino le procedure previste dal mandato ma che, come avvenuto per Almasri in Italia, necessitano di decisioni da parte del Paese che ha eseguito il fermo. Gli uffici del Tribunale internazionale non hanno commentato né comunicato ufficialmente l’arresto e per il momento non rispondono alle richieste dei media. Cautele mediatiche dettate dalle interlocuzioni con la Germania, chiamata a convalidare il fermo ed estradare l’esponente libico nella prigione dell’Aja.
In serata è arrivata un’ulteriore conferma ai giornalisti dello “Spiegel”. La Procura di Brandeburgo ha confermato che Al Buti «è stato arrestato su richiesta della Corte penale internazionaleall’aeroporto di Berlino-Brandeburgo» dove stava tentado di imbarcarsi su un volo per Tunisi.
Erano state proprio le autorità di Berlino a segnalare il passaggio di Almasri che a bordo di un’auto noleggiata in Germania si stava recando in Italia, dove poi venne effettivamente fermato o a Torino dalla Polizia di Stato che non si limitò ad eseguire l’arresto, ma acquisì materiali rilevanti, grazie ai quali è stato poi consentito di ricostruire la trama di interessi economici del generale in vari Paesi.
Nei mesi scorsi la procura dell’Aja aveva preannunciato davanti al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite l’emissione di una mezza dozzina di nuovi mandati di cattura per i crimini commessi in Libia. Molti di queste richieste sono coperte dal segreto e al momento non è stato confermato se tra questi vi era al Buti. Già nel 2021 il “Panel of experts”, il gruppo di investigatori incaricato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per le indagini sulla Libia, segnalava una serie di crimini commessi da Al Hisri nella stessa prigione controllata da Almasri. Il Panel “continua a ricevere testimonianze da ex detenuti della Special Defense Force (Rada), tenuti nella prigione di Mitiga”, si leggeva nel rapporto di 548 pagine. Come per Almasri erano state raccolte denunce e riscontri su “detenzione arbitraria, tortura, confisca di beni personali, abusi e umiliazioni sessuali a danno delle detenute donne da parte dei guardiani”. Al Buti era stato identificato tra le figure con un ruolo di vertice. Gli ispettori delle Nazioni Unite avevano chiesto un confronto con la Special Deterrence Force libica “ma invano”, scrivevano.
«La notizia - ha poi confermato l’agenzia Agi - è riportata dai social media della Brigata 444, alleata del governo del primo ministro del governo di Tripoli riconosciuto dalla comunità internazionale Abdul Hamid Dbeibah, in guerra contro i salafiti di “Rada” per il controllo della capitale libica».
Se Al Hisri venisse trasferito all’Aja potrebbe essere aperto il processo internazionale sui crimini in Libia, che secondo il diritto internazionale non può essere avviato in assenza degli indagati. Mentre in Libia dagli attivisti dei diritti umani arriva il timore che ancora una volta possa essere trovato qualche escamotage per ostacolare la giustizia internazionale.
«Siamo davvero curiosi di vedere come si comporteranno a Berlino, e se seguiranno il vergognoso comportamento avuto dai ministri Nordio, Piantedosi, e dal sottosegretario Mantovano nei confronti del trafficante libico Almasri», ha reagito il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. «Se c’è la volontà di trovare e consegnare alla giustizia i responsabili di gravissimi crimini contro l’umanità commessi in Libia, è possibile farlo», commenta il capomissione di “Mediterranea”, Luca Casarini, secondo cui «la milizia “Rada”, di cui Al Hisri è uno dei capi riconosciuti insieme a Usama Almasri e Abdoul Raouf Kara, è uno degli attori utilizzati dall’Italia e dall’Unione Europea per il ‘contenimento delle partenze di migranti», e che emerge come «una banda criminale individuata come tale dalla giustizia internazionale». La Germania, «un Paese guidato da un Governo di destra, siamo certi che non fara’ come l’Italia, un Paese guidato da un governo di destra, che ha liberato Almasri rimandandolo con volo di Stato in Libia», ha reagito il leader di Italia Viva, Matteo Renzi: «Su questa vicenda - ha aggiunto - si misura la differenza tra il cancelliere Merz e la presidente Meloni».
Nei prossimi giorni il Tribunale dei ministri di Roma, che sta indagando sulla denuncia di presunte condotte contrarie alle norme da parte di esponenti del governo, che avrebbero facilitato la riconsegna di Almasri in Libia, presenterà le sue conclusioni.
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Il commento di Mediterranea
«La notizia dell’arresto avvenuto in Germania di Khaled al Hishri conosciuto anche come ‘Khaled al Buti’ su mandato della Corte Penale Internazionale, conferma alcune cose importanti. Innanzitutto che, se c’è la volontà di trovare e consegnare alla giustizia i responsabili di gravissimi crimini contro l’umanità commessi in Libia, è possibile farlo. In secondo luogo che la milizia RADA, di cui Al Hisri è uno dei capi riconosciuti insieme a Usama Almasri e Abdoul Raouf Kara, e che è uno degli attori utilizzati dall’Italia e dall’Unione Europea per il ‘contenimento delle partenze di migranti’, è una banda criminale individuata come tale dalla giustizia internazionale - afferma Luca Casarini - In terzo luogo questo arresto ci dice che finalmente un processo potrà essere incardinato e aperto davanti alla Corte dell’Aja, permettendo una ricostruzione dei fatti avvenuti in Libia dal 2011 a oggi, a partire dalle indicibili violenze commesse contro donne, uomini e bambini migranti, e da tutti i traffici collegati. È oggi più che mai il momento per mettere in discussione le politiche migratorie italiane, a partire dal Memorandum del 2017, ed europee, che proprio sulla collaborazione con questi criminali si sono fondate e continuano a esercitarsi».