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Sono rientrati in Italia le attivistə di Mediterranea Saving Humans che hanno avviato il progetto “Med Care in Ukraina” che ha iniziato le sue attività portando l’assistenza sanitaria di base allə rifugiatə di guerra nella città di Leopoli.
Un progetto che prevede una turnazione di medicə, infermierə e psicologə volontariə a staffetta, per il funzionamento del nuovo ambulatorio medico mobile, e carichi di aiuti umanitari, in particolar modo farmaci, continui. Mediterranea ha preso in carico il centro di accoglienza per lə profughə nel quartiere di Sikhiv, nella periferia di Leopoli, allestito con prefabbricati e gestito dai padri salesiani, in cui al momento sono ospitate 350 persone, di cui 110 bambinə. Proprio qui si alterneranno lə sanitariə della nostra organizzazione, come anche alla stazione ferroviaria di Leopoli. La missione ha visto anche una serie di incontri con realtà della società civile ucraina, tra cui le responsabili del progetto “Woman in march” che garantisce aiuti umanitari e medici alle donne vulnerabili ed alla comunità LGBTQIA+ nel paese in guerra grazie a 12 community dislocate in tutta l’Ucraina.
Abbiamo avviato il progetto Med Care e portato aiuti umanitari nelle regioni di Leopoli e Ternopil, e quello che abbiamo visto ci preoccupa molto: il flusso di rifugiatə internə all’Ucraina resta imponente, lə profughə delle città dell’Est bombardate o evacuate si riversa nell’ovest del paese dove non ci sono sufficienti strutture per accogliere le persone che scappano dall’orrore della guerra.
Nel solo campo di Sikhiv, uno dei tre campi presenti a Leopoli, c’è una lista di attesa per entrare nei container di almeno 2000 persone che in questo momento vivono per strada. L’arrivo del freddo e della neve porterà ad una crisi umanitaria interna pericolosissima. A Leopoli chi è fortunatə oggi è in un container di lamiera e chi lo è meno non ha un tetto, con l’abbassamento delle temperature e il proseguire del conflitto si rischiano centinaia di morti di freddo, fame e stenti. L’Ucraina non può reggere da sola l’assistenza allə profughə di guerra: c’è bisogno di dare nuovo impulso alla solidarietà internazionale per non trovarci tra poche settimane davanti ad una catastrofe umanitaria.
Il sistema sanitario ucraino è in crisi, soprattutto sull’assistenza allə profughə che arrivano dall’est e che sono stanziali nella parte ovest del paese. Abbiamo fatto visite e somministrato farmaci a persone che non vedevano unə medicə da diverso tempo, molte di queste svolgevano terapie per malattie croniche che sono state interrotte. Le nostre prossime staffette porteranno supporto alla sanità ucraina in crisi dovuta alla guerra, provando a fornire tutta l’assistenza integrativa possibile.
La missione di Mediterranea ha portato aiuti anche al centro Don Bosco di Leopoli, tra i principali motori della solidarietà interna al paese, alla stazione centrale della città dove c’è il coordinamento degli aiuti medici, al centro per disagio psichiatrico “Internat” di Ternopil ed alle famiglie di rifugiatə con bambinə sempre a Ternopil.