Staffetta umanitaria - Ucraina #18

02 / Mar / 2025 09 / Mar / 2025

Si è svolta la missione 18 in Ucraina degli Equipaggi di Terra dell’Emilia-Romagna di Mediterranea Saving Humans insieme allə volontariə di Music&Resilience.

Grazie alla rete solidale regionale, siamo riuscite a portare 2 tonnellate di beni di prima necessità nei campi profughi e strutture di accoglienza nell’oblast’ di Leopoli, che da più di tre anni ospitano persone rifugiate provenienti dalle regioni del Paese che si trovano sotto l’occupazione e gli attacchi costanti dell’esercito russo.

All’interno dei campi, con la musicoterapia di Music&Resilience, abbiamo condiviso emozionanti momenti musicali che hanno creato intense connessioni con le persone grazie alla creazione di risonanze che solo la musica, fatta insieme, sa regalare.

Inoltre, il team sanitario di Mediterranea ha continuato l’attività di monitoraggio all’interno dei campi, promuovendo un'attività di formazione ed educazione alla salute.

Durante la nostra permanenza in Ucraina abbiamo constatato il protrarsi di una realtà drammatica: la guerra ha acuito le disparità sociali, creando un divario sempre più profondo tra la popolazione e spezzando i nuclei familiari; il tessuto economico è gravemente compromesso, con i prezzi in costante aumento che rendono sempre più inaccessibili i generi di prima necessità e i farmaci.

Ma oltre all’emergenza materiale, abbiamo toccato con mano il profondo logoramento e il deterioramento della salute mentale causati dal protrarsi del conflitto, dall’incertezza per il futuro e dagli attacchi continui. Il dolore e la rabbia condivisi ci hanno catapultate ancora una volta in una dimensione spazio-temporale sospesa, all’interno della quale abbiamo incontrato veterani neomaggiorenni amputati, persone affette da disturbo da stress post-traumatico, anziane che non rivedranno mai più la propria casa e bambine che non sanno immaginare un futuro senza guerra.

Ci siamo poste in ascolto delle storie di vita delle persone incontrate che, con dignità, ci ricordano che l’unica narrazione possibile per descrivere la guerra è quella della popolazione civile che muore, che soffre, che resiste.

Oggi più che mai, le persone presenti in Ucraina sono ostaggio delle scelte dei governi dei più forti e vivono un sentimento di abbandono da parte della comunità internazionale. Con l’Europa che corre al riarmo, invece di impegnarsi a trovare una reale soluzione diplomatica che possa porre fine all’invasione, e con il protrarsi di trattative transoceaniche per il raggiungimento di una tregua, voluta da Stati Uniti e Russia solamente per accrescere i propri profitti e poteri piuttosto che per porre fine al protrarsi delle violenze sulla popolazione civile, le persone ci ricordano che l’indifferenza e l’inazione ci rendono complici di un sistema che non fa altro che alimentare la guerra.

La scelta di Mediterranea di continuare ad essere presente al fianco delle persone risiede nella volontà di essere uno strumento nelle mani degli oppressi, capace di dimostrare che un’alternativa alla retorica del potere che alimenta il conflitto, l’invio delle armi e i giochi di potere dei governi è possibile.

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