17 / Jun / 2025

La Sea Eye 5 è sotto fermo amministrativo. "Un grave attacco al soccorso civile in mare"

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa diffuso da Sea-Eye e. V., dopo il fermo amministrativo della nave SEA EYE 5. All’equipaggio tutta la nostra solidarietà: il soccorso in mare deve essere garantito, non punito.

La nave civile di soccorso SEA-EYE 5, di Sea-Eye, è stata trattenuta dalle autorità italiane nel porto di Pozzallo lunedì 16 giugno 2025.

Il fermo è seguito a un'operazione di salvataggio avvenuta sabato 14 giugno, durante la quale l’equipaggio della SEA-EYE 5 ha soccorso un totale di 65 persone da un gommone sovraffollato in grave difficoltà nel Mediterraneo centrale – tra cui molte donne e diversi feriti gravi.

“Questo fermo è un atto politicamente motivato e un grave attacco al soccorso civile in mare. La strategia di fondo: si pretende che piccole imbarcazioni di salvataggio soddisfino requisiti incompatibili con gli standard di sicurezza — e chi si rifiuta di mettere a rischio vite umane viene punito,” dichiara Gorden Isler, presidente di Sea-Eye e.V.

Sea-Eye affronta tre accuse:

1. Mancata osservanza delle istruzioni dell'MRCC di Roma:
Il comandante avrebbe omesso di comunicare completamente le informazioni richieste e si sarebbe rifiutato di effettuare il trasferimento selettivo di alcune persone alla Guardia Costiera. Il comandante ha sostenuto che tutte le persone a bordo necessitavano di protezione.

2. Ritardo nella richiesta di sbarco:
SEA-EYE 5 è accusata di non aver richiesto in modo "ufficiale e tempestivo" un porto di sbarco. In realtà, Sea-Eye era in contatto attivo con diversi centri di coordinamento dei soccorsi, tra cui quelli di Brema e Roma, sin dall'inizio dell'operazione. Tutte le comunicazioni sono state documentate per iscritto.

3. Ritardo nella partenza verso Taranto:
SEA-EYE 5 avrebbe ritardato la partenza "senza indugi" verso Taranto dopo l’assegnazione, aspettando invece per oltre sei ore al largo di Pozzallo. Tuttavia, Pozzallo era stato ufficialmente designato come "Luogo Sicuro". Secondo Sea-Eye, il ritardo è dovuto alla cancellazione dello sbarco da parte dell’MRCC di Roma. Dal punto di vista dell’organizzazione, le richieste di trasbordo e le istruzioni per la prosecuzione del viaggio erano incompatibili con la situazione di sicurezza a bordo e con i limiti tecnici della nave.

Sea-Eye respinge fermamente le accuse

“Queste accuse sono costruite ad arte per criminalizzare le operazioni di salvataggio. Il nostro equipaggio ha sempre agito nel migliore interesse dei naufraghi e nel rispetto del diritto marittimo internazionale. Il fermo dimostra ancora una volta come le autorità italiane cerchino sistematicamente di estromettere le navi civili di soccorso dal Mediterraneo,” spiega Isler.

Sea-Eye ha annunciato che intraprenderà azioni legali contro il fermo. L’organizzazione considera questa misura come la continuazione della politica repressiva dei porti italiani, già criticata a livello internazionale nel caso della barca a vela NADIR.

Contesto: disputa sul porto di sbarco

Dopo il salvataggio, il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo (MRCC) di Roma ha inizialmente assegnato il porto di Taranto — a 390 miglia nautiche di distanza — come "Porto Sicuro", nonostante tale distanza fosse incompatibile con le capacità tecniche della nave e con le scorte d’acqua insufficienti per un viaggio così lungo con così tante persone a bordo. Solo dopo intense pressioni, forti appelli al diritto marittimo internazionale e continue argomentazioni, l’MRCC di Roma ha ceduto durante la notte assegnando il porto più vicino di Pozzallo, in Sicilia.

Domenica, intorno alle ore 14:00, la SEA-EYE 5 ha finalmente raggiunto Pozzallo. All’arrivo, all’equipaggio è stato comunicato che non sarebbe stato consentito uno sbarco completo, ma solo un cosiddetto trasbordo. È stato chiesto all’equipaggio di identificare le persone vulnerabili e trasferirle su una motovedetta della Guardia Costiera italiana. Le restanti persone soccorse sarebbero dovute rimanere a bordo e proseguire fino a Taranto, in Puglia.

Durante le ore di negoziazione, l’equipaggio ha dovuto richiedere una nuova evacuazione medica, poiché le condizioni di una donna incinta continuavano a peggiorare. Già il giorno precedente era stata approvata un’evacuazione per tre feriti gravi, poi trasferiti alla Guardia Costiera italiana. Alle 20:30, l’equipaggio ha ricevuto il permesso ufficiale di entrare in porto e far sbarcare i naufraghi. Contestualmente, è stata approvata l’evacuazione medica della donna incinta, che ha potuto ricevere cure mediche a terra prima dell’attracco della nave.

Dopo che le restanti 61 persone sono state sbarcate in sicurezza, le autorità italiane hanno inizialmente posto la SEA-EYE 5 in quarantena. Lunedì sera, intorno alle 18:30, la nave è stata ufficialmente posta sotto fermo — il primo fermo per questa nave da quando Sea-Eye ha iniziato a operare nel dicembre 2024.

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