Published by Comunicato congiunto | 30 / Jul / 2025

L’arresto di Al Hishri in Germania: una svolta per la giustizia internazionale

ll comunicato che abbiamo firmato assieme ad altre organizzazioni civili sulla cattura del torturatore libico, socio di Almasri. Gli Stati devono garantire la consegna immediata dei sospettati e la piena cooperazione con l’indagine della CPI sulla Libia.

Noi, le organizzazioni della società civile firmatarie, accogliamo con favore il recente arresto di Khaled Mohamed Ali Al Hishri, noto come “Al-Buti”, da parte delle autorità tedesche all’aeroporto di Berlino Brandenburg il 16 luglio 2025, sulla base di un mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI). Il suo arresto rappresenta un passo significativo in avanti negli sforzi – a lungo bloccati – per garantire giustizia per i gravi crimini internazionali commessi in Libia. Elogiamo le autorità tedesche per l’azione rapida e decisa.

Al Hishri è accusato di essere stato un alto funzionario della prigione di Mitiga, a Tripoli. È membro della Forza Speciale di Deterrenza per il Contrasto al Terrorismo e alla Criminalità Organizzata ("Al-Radaa"), che opera sotto il Consiglio Presidenziale libico: un potente gruppo armato che gestisce centri di detenzione nella Libia occidentale, inclusa la prigione di Mitiga. Secondo la CPI, Al Hishri è accusato di aver commesso o supervisionato crimini contro l’umanità e crimini di guerra, inclusi omicidio, tortura, stupro e altre forme di violenza sessuale, dal febbraio 2015 fino ad almeno l’inizio del 2020.

L’arresto di Al Hishri rappresenta uno sviluppo cruciale, in quanto è il primo caso nell’ambito della Situazione Libia della CPI ad avviarsi verso un procedimento a L’Aia. Invia un messaggio importante ai sopravvissuti: che la giustizia è possibile, anche nel contesto di un conflitto in corso e di dinamiche di potere mutevoli in Libia. Tuttavia, la giustizia richiede coerenza. Esortiamo la Germania ad assicurare la consegna rapida e senza ostacoli di Al Hishri alla CPI, affinché il procedimento possa proseguire senza ritardi.

Allo stesso tempo, chiediamo a tutti gli Stati Parte dello Statuto di Roma di cooperare pienamente con la Corte. Al Hishri è il secondo sospettato di crimini internazionali nella prigione di Mitiga arrestato quest’anno in Europa. A gennaio, le autorità italiane hanno arrestato Osama Almasry Njeem, un altro cittadino libico e alto membro di Al-Radaa, accusato di crimini simili a Mitiga. Tuttavia, invece di consegnarlo alla CPI per essere processato, le autorità italiane lo hanno rimpatriato in Libia, dove è stato accolto sia da funzionari sia da attori armati – rafforzando così il clima prevalente di impunità. Attualmente sono in corso procedimenti presso la CPI per determinare se l’Italia abbia violato i propri obblighi non consegnando Almasry alla Corte. Il mancato rispetto da parte degli Stati della loro cooperazione con la CPI rappresenta una violazione del diritto internazionale, mina gli sforzi per la giustizia e la lotta all’impunità, e indebolisce la legittimità stessa della CPI.

Invitiamo inoltre tutte le autorità libiche a collaborare pienamente con la CPI, come richiesto dalla Risoluzione 1970 (2011) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, anche procedendo prontamente all’arresto e alla consegna di Almasry e di tutti gli altri soggetti libici destinatari di mandati di arresto della Corte. Le autorità libiche, sia nell’Est che nell’Ovest del Paese, hanno costantemente mancato di collaborare con la CPI e hanno consentito ai responsabili di crimini internazionali di agire impunemente. Accanto alla divisione delle autorità tra Est e Ovest, la frammentazione istituzionale continua a ostacolare le funzioni giudiziarie in Libia.

Speriamo che l’arresto e la futura consegna di Al Hishri possano dare nuovo slancio all’indagine sulla Libia presso la CPI.

Le comunità sopravvissute e colpite – comprese persone di nazionalità libica, migranti e rifugiati – continuano a subire abusi orribili nei centri di detenzione ufficiali e non ufficiali in tutta la Libia. Attori statali, gruppi armati e milizie continuano a commettere detenzioni arbitrarie, torture, estorsioni e violenze sessuali, con una quasi totale impunità. Esortiamo l’Ufficio del Procuratore della CPI a indagare e richiedere mandati di arresto per i crimini commessi in tutta la Libia. La giustizia per questi crimini richiede che siano chiamati a rispondere i principali responsabili, inclusi attori libici ed europei potenti che consentono e sostengono questi sistemi di abuso.

Siamo solidali con i sopravvissuti e le comunità colpite, e continueremo a lottare per una reale giustizia e una cooperazione efficace con la CPI.

Firmatari:

- European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR) 

- Global Initiative Against Impunity (GIAI) 

- Human Rights Watch (HRW) 

- International Federation for Human Rights (FIDH) 

- Lawyers for Justice in Libya (LFJL) 

- Libya Crimes Watch (LCW)

- Mediterranea Saving Humans (Italy) 

- Mission Lifeline International e.V.

- M.V. Louise Michel Project

- Parliamentarians for Global Action

- REDRESS

- Refugees in Libya 

- SARAH-Seenotrettung gUG

- Sea Punks e.V. 

- Sea-Watch e.V. 

- SOS Humanity e.V.

- TRIAL International

- Watch The Med Alarm Phone

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