Published by Ufficio Stampa | 09 / Dec / 2025

Gravissimo attacco al diritto d'asilo e ai diritti umani: resisteremo a questa vergogna

Esprimiamo una ferma opposizione alla nuova stretta sulle politiche migratorie, approvata dai governi dell’Ue grazie a un accordo su tre regolamenti che andranno ad integrare il Patto migrazione e asilo.

L’insieme delle norme decise rappresenta un gravissimo attacco, forse il più grave della nostra storia, al diritto di asilo, e mostra il paradosso dei "diritti umani" universali, che diventano vuoti se non c'è una struttura politica che li renda effettivi per l'individuo. È un passaggio che riguarda tutti, non solo le persone migranti che purtroppo subiranno la violenza di queste nuove norme: è proprio del totalitarismo ridurre gli individui a masse senza voce; il diritto ad avere diritti è la risposta politica a questa disumanizzazione. 

Ancora una volta, di fronte a un fenomeno complesso e profondamente umano, si sceglie di rispondere con strumenti repressivi, burocratici e punitivi, che ignorano del tutto i diritti fondamentali delle persone. L’estensione del concetto di “Paese sicuro”, con l’inserimento di paesi che violano palesemente i diritti umani, e l’ampliamento delle possibilità di respingere e trattenere le persone sono misure che smantellano, pezzo dopo pezzo, il diritto d’asilo così come definito dalle convenzioni internazionali. Il trattenimento amministrativo, presentato come strumento di gestione ordinaria, continua a essere usato in modo indiscriminato, trasformando migliaia di persone in prigionieri senza alcuna colpa.

In questo quadro, appaiono particolarmente gravi le dichiarazioni del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha accolto con entusiasmo la possibilità di aprire nuovi centri per il rimpatrio richiamando il cosiddetto “modello Albania”. Quel modello non è né un esempio né una soluzione: è un dispositivo costruito per allontanare dai confini europei la responsabilità dell’accoglienza, basato sulla detenzione illegale ed illegittima su base etnica e sulla sospensione dei diritti fondamentali. Sono e sempre più saranno “campi di concentramento”. 

«Il modello Albania si è già rivelato per quello che è: una vetrina politica che serve a mostrare durezza verso i più vulnerabili, non a risolvere alcun problema reale - sottolinea Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans -. Replicarlo significherebbe moltiplicare luoghi di segregazione in cui le persone vengono private della libertà, della trasparenza procedurale e delle garanzie fondamentali». 

Denunciamo con forza la narrativa che presenta detenzione e rimpatri come soluzioni semplici a questioni complesse. «Queste misure non cercano di comprendere il mondo: cercano di cancellarlo. Non rispondono alle guerre, alle persecuzioni, alle disuguaglianze. Rispondono solo all’esigenza politica di mostrarsi inflessibili contro chi non ha voce» conclude Marmorale.

Noi ci organizzeremo, e su questo facciamo appello a tutta la società civile laica e religiosa, per resistere a questo attacco disumano. Per praticare, nel concreto, i diritti umani e il diritto di asilo nei confronti delle persone migranti e in movimento. Come accade negli Stati Uniti di Trump e delle deportazioni, organizzeremo la disobbedienza e il sabotaggio di queste leggi ingiuste e pericolose per la democrazia.

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